Intervista a TEZZA F (Filippo Tezza)


Giunto al quarto album, Filippo Tezza consolida il suo progetto power metal Tezza F. e si cominciano a delineare bene le intenzioni del polistrumentista veneto. Un power metal d'impatto, veloce ma melodico al punto giusto è ciò che ci aspetta ascoltando il nuovo "Echoes From The Winter Silence". Il fatto di dover fare tutto da solo non sembra impensierire il buon Tezza e infatti la sua nuova musica parla chiaro in fatto di qualità. Ne parliamo con lui!

01. Ciao Filippo, presenta il tuo progetto Tezza F ai nostri lettori, con una breve biografia dagli inizi ad oggi!
Ciao a tutti! Il progetto Tezza F nasce come one-man-band circa nel 2006. Avevo 18 anni, suonavo e cantavo (e componevo) in una mia band, in stile power metal con venature thrash talvolta. Eravamo un po’ scarsi tecnicamente, e inoltre non avevamo né i mezzi né le conoscenze tecniche per permetterci di suonare qualcosa di più elaborato come avevo in mente. La mia intenzione era dare vita a dei brani strutturalmente più complessi e più variegati rispetto a quelli della mia band di allora: quindi per questo motivo avevo deciso di mettermi “in proprio”, seguendo un po’ l’esempio di Luca Turilli (di cui, in quegli anni, ascoltavo parecchio le produzioni soliste, oltre che i Rhapsody naturalmente), da cui la scelta di questo strano monicker “Tezza F”… senza esplicitare il nome perché non mi piaceva come suonava. Dopo due primi demo registrati un po’ alla buona in casa, nel 2006 e nel 2008, il primo vero album più serio ed ufficiale è stato “The Message”, uscito nel 2012 e poi l’anno successivo su label, in digitale. Un punto di svolta è stato tuttavia circa 5 anni dopo con l’uscita del secondo “A Shelter from Existence”, lavoro molto più maturo e ben prodotto. Una fase di rallentamento successiva, dovuta al mio impegno compositivo e canoro con la band Chronosfear, ha portato poi a far uscire due nuovi dischi solamente in anni più recenti: “Key to Your Kingdom” l’anno scorso, e questo nuovissimo “Echoes from the Winter Silence”. Non ho citato due EP, ovvero “The Guardian Rises” I e II, usciti nel 2015 e 2020; per cui di fatto, a parte qualche anno un po’ più “lento”, il progetto è bene o male rimasto sempre attivo in questi ultimi vent’anni, nel corso dei quali si è decisamente evoluto.

02. Sappiamo che sei e sei stato impegnato con altri progetti. Quali sono quelli ancora attivi e quali hai abbandonato o non esistono più? E allo stato attuale qual è quello su cui ti stai concentrando di più?
Sì, ho sempre mantenuto diverse attività nell’underground, sia con band live sia con progetti studio. Attualmente non ho più band metal, in quanto ho lasciato i Chronosfear all’inizio di quest’anno (dopo una militanza di 10 anni), quindi gestisco solo due progetti studio, ovvero Tezza F (che al momento è quello a cui sto dedicando più tempo, risorse, ed energie) e Silence Oath (atmospheric black metal), anch’esso attivo da quasi vent’anni e con cui ho realizzato 4 album, e un quinto è in fase di registrazione voci. Silence Oath è da poco diventato un duo, in realtà: mantengo tutta la gestione artistica in tutti i suoi aspetti, ma ho ingaggiato un cantante molto più portato di me con le voci scream e growl. Ho avuto per alcuni anni una terza one-man-band in stile death metal, chiamata Goliardeath, che però ho chiuso nel 2019 con l’uscita di un secondo EP… era più uno sfizio per cimentarmi in qualcosa di ancora più estremo, ma di certo non era una attività prioritaria. Ho inoltre partecipato alle registrazioni come lead singer di una band power-prog russa chiamata Concordea, ma la collaborazione è durata per un solo disco. Come dicevo poi, tutte le band che ho avuto diciamo dal 2004 in poi, non fanno più parte della mia attività, e si sono praticamente sciolte (anche se in realtà non posso esserne sicuro riguardo ai Chronosfear, di cui non è dato sapere ufficialmente se siano ancora attivi o meno). Sono stato infine da poco coinvolto in un nuovo progetto studio come cantante, di cui daremo notizie in seguito.

03. "Echoes From The Winter Silence" è il tuo ultimo album. Parliamone, magari facendo due cenni sulle differenze che ci sono rispetto ai tre album precedenti.
Questo quarto album è nato praticamente assieme al precedente “Key to Your Kingdom”, ovvero ho lavorato ad entrambi i dischi in una unica sessione di registrazione e arrangiamento, arrivando al completamento delle parti strumentali di entrambi i dischi. Poi mi sono dedicato alle voci, in due momenti differenti, separati ovviamente dall’uscita del precedente disco. Si tratta di due album realizzati con molte idee che ho ripreso dai primi demo mai pubblicati, canzoni che ho riscritto e riarrangiato da zero, aggiungendo nuove parti e anche brani nuovi di zecca, il tutto amalgamato con lo stile e l’esperienza che sono riuscito (spero) a maturare in questi anni di attività. Ognuno dei dischi che ho pubblicato ha una sua storia, una sua identità, e in qualche modo ognuno è diverso dagli altri. Perfino i due EP sono diametralmente quasi opposti stilisticamente. Diciamo tuttavia che, per la loro particolare natura, “Key to Your Kingdom” e “Echoes from the Winter Silence” hanno diversi punti che li accomunano: il suono, la struttura della scaletta, la lunga suite finale, assenza di intro, la lunghezza, lo stile compositivo, ecc… quindi diciamo che questi due dischi sono quelli un po’ più simili tra loro, in termini di stile, anche se il nuovo album ha sicuramente un approccio e un’atmosfera più “dark”.

04. Hai mai pensato di estendere Tezza F a vera e propria band, con tanto di live ecc? E cosa non ti ha fatto optare per questa scelta ad oggi?
Sì, negli anni mi è capitato di pensarci, ma poi ritorno sempre sul pensiero che sarebbe un totale sbattimento per niente e che sia molto meglio mantenerlo come progetto studio. Più vado avanti e più mi rendo conto che ormai rimettermi in gioco in sede live sia un miraggio. Il pensiero di stare lì, per l’ennesima volta, a cercare componenti, sentire persone, provare, spiegare, di qua e di là… semplicemente mi fa passare qualsiasi voglia ed energia. Alla fine, la cosa che musicalmente mi da più soddisfazione tra tutti i ruoli che ho sempre svolto, è quella di creare musica: scrivere, arrangiare, ideare. Questa al momento è la mia dimensione ideale, e non penso accadrà mai di vedere questo progetto live. Ti dico che stava in realtà per succedere con i Silence Oath; mi è capitata una bella occasione in cui il proprietario di un nuovo live club di Verona (il Damage Inc.), ragazzo che conosco da tempo, mi ha chiesto se ero interessato a portare i Silence Oath dal vivo per aprire una data ai Saor nel suo nuovo locale, che avrebbe dovuto aprire alcuni mesi dopo. Nonostante fossi incredibilmente riuscito a trovare tutti i membri per fare questo unico live, purtroppo è saltato tutto ad un paio di mesi dall’evento, per ritardi nell’apertura del locale (che ora, nel frattempo, ha finalmente aperto i battenti alla grande). In sostanza, per ora non vedo spiragli nel portare dal vivo i miei progetti solisti; mi trovo a mio agio nella dimensione studio e basta.


05. Cosa significa il titolo "Echoes From The Winter Silence"?
Ho un’attrazione molto viscerale e quasi morbosa per certe atmosfere crepuscolari, notturne, e invernali. Mi piacciono da matti i paesaggi “black metal” per capirci, con distese di boschi, nebbia, alberi appena visibili… e cose di questo tipo. Per questo album, che contiene delle tematiche molto forti e, se vogliamo, abbastanza intense, nonché piuttosto oscure e malinconiche, ho pensato che una copertina ed un titolo “notturni” ed “invernali” fossero perfetti per l’occasione. Sia titolo sia copertina si rifanno infatti, come forse intuibile, a quanto trattato nei brani “Darkness” e “Winter of Souls”, dove vengono affrontati temi come il dolore, la solitudine; si narrano in particolare i pensieri e la presa di coscienza di un soldato lontano da casa, impegnato in una guerra infinita e inutile, in un posto freddo, buio, nevoso, dove tutto sa di morte e desolazione. Tutto si collega a questo concetto, e i suoni della guerra, una volta che sarà finita, non saranno altro che “echi nel silenzio invernale”, che lo accompagneranno suo malgrado nel ritorno a casa e per tutto il resto della propria esistenza. Questo è, a grandi linee, il significato di un titolo così intenso e sentito.

06. Qual è stato il tuo primo strumento e come sei passato poi ad imparare tutti gli altri, tra l'altro con ottimi risultati?
Ti ringrazio per i complimenti! La chitarra è stato il mio primissimo strumento, al quale mi sono approcciato in maniera del tutto naturale e come autodidatta, da sempre. Fin da piccolo, ricordo una mia grande passione per la musica: mi piaceva ascoltarla, ballarla (più o meno…), imitarla. Grazie alle cassette di mio fratello, già da piccolo sono venuto a contatto con il rock e il metal (chi non ha iniziato con i classici Metallica e Iron Maiden?!), ma mi piaceva molto anche il pop-rock (quello di qualità che veniva trasmesso all’epoca dai tanti canali musicali). Quindi strimpellavo, cercando di imitare ad orecchio le canzoni che mi piacevano. Da lì è stato naturale poi aggiungere la voce, sempre in modo assolutamente acerbo e come autodidatta, allenando l’orecchio all’ascolto. Strimpellavo anche il pianoforte, ad orecchio, perché avevo la fortuna di averlo in casa grazie a mia sorella. Insomma, nonostante non sia cresciuto in una famiglia di artisti in senso stretto, già da piccolo penso si intravedesse la mia passione per tutto ciò che riguardava la musica, ed è una cosa che bene o male non ho mai mollato e che ho sempre portato avanti con assoluta dedizione, imparando per conto mio, sbagliando e riprovando. Tutto ciò che puoi sentire su un mio album, oggi, è frutto di questa spinta che ho sempre avuto. Negli ultimi 10-11 anni mi sono in particolare concentrato sulla voce, iniziando a prendere lezioni regolari (per un paio di anni sono stato allievo anche di Giacomo Voli dei Rhapsody of Fire) e diventando poi anch’io stesso un insegnante a mia volta, tramite il percorso di abilitazione con il Modern Music Institute.

07. Se portassi Tezza F dal vivo, divideresti almeno una volta il palco con chi?
Con chiunque abbia voglia di condividere una serata assieme a me su un palco, ahah! Per rispondere seriamente, non saprei: ho tante band che amo e tanti “miti” musicali. Diciamo che, visto il ruolo che hanno avuto nello spingermi ad approfondire e a cimentarmi con il power metal, direi che mi piacerebbe aprire uno show della mia band preferita di sempre, ovvero i Blind Guardian. Ovviamente è solo pura utopia!

08. Come nasce un tuo brano di solito. Insomma parliamo un po' del concetto di composizione.
Ho risposto diverse volte a una domanda come questa, e mi ritrovo sempre a dare risposte un po’ diverse. Il motivo penso sia dovuto al fatto che non ho un metodo prestabilito e preciso: avviene tutto un po’ per caso, secondo il flusso dell’ispirazione del momento. Alcune volte parto da un’idea in testa che può essere una melodia, una sequenza di accordi, un riff, e se questa idea mi resta in testa per qualche giorno, allora inizio a pensare possa essere una buona cosa lavorarci sopra, e comincio proprio da lì a sviluppare un brano. Ne sviluppo una parte, più o meno a grandi linee, che poi diventa una strofa o un bridge, o magari un ritornello, e da questo ci “attacco” altre parti, e così via, ponendo molta attenzione nel creare un climax e nel dare al tutto una struttura sensata, fino alla conclusione del brano e fino a che non lo sento “giusto” al 100%. Altre volte può invece avvenire perché sono in un certo mood di ascolto e mi viene voglia di comporre una canzone in quel determinato stile, quindi mi immagino già in testa come potrebbe suonare un brano magari “epico”, piuttosto che “oscuro”, o “malinconico”… ecco, a volte mi viene un’idea in base al mood e all’atmosfera che voglio dare al brano. Insomma, funziona un po’ così per me: parte tutto da un’idea, a cui do una “visione di insieme” generale, e comincio a lavorarci sopra e ad arrangiare il tutto, finché non ne sono completamente soddisfatto. I testi e le linee vocali invece vengono sempre aggiunti dopo aver completato tutta la scrittura e l’arrangiamento strumentale.

09. Ok Filippo, abbiamo finito. Concludi come vuoi!
Grazie per questo spazio che avete concesso a me, al mio progetto Tezza F e al mio nuovo album! Spero sia l’occasione per qualcuno di ascoltare le nuove canzoni e magari, perché no, approfondire anche la passata discografia e gli altri miei progetti. Un saluto!


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