Intervista ai KALAH


I Kalah sono una formazione che esce dai soliti schemi musicali, proponendo una  fusione tra elettronica e vari stili di metal. Hanno appena realizzato un secondo album che a noi è piaciuto molto dal titolo "And Yet It Dreams" (recensione QUI). Quindi tutto ci ha portato a contattare la band, la quale ha risposto alle nostre domande.

1 - Ciao, presentate i Kalah con una breve biografia dagli inizi ad oggi!
Alessio: i Kalah sono una band che nasce nel 2020 con l’idea di uscire un po’ dai consueti schemi del metal moderno, soprattutto grazie a massicci inserti elettronici. Nel 2022 abbiamo pubblicato il nostro debut album “Descent into Human Weakness” tramite la tedesca Pure Steel Records ed abbiamo cercato di promuoverlo e portarlo live il più possibile, avendo l’occasione di aprire a grandi band come Vision of Atlantis, Seventh Wonder e Deathless Legacy. Dopo un lungo lavoro di composizione e produzione, ci ripresentiamo in questo 2024 con il nuovo “And Yet It Dreams”.

2 - Parliamo di "And Yet It Dreams" in generale, presentatelo ai nostri lettori!
Alessio: “And Yet It Dreams” è un concept fantascientifico che narra di un futuro distopico in cui a seguito di una catastrofe ambientale l’umanità si è ritirata in delle bolle e i compiti basilari vengono affidati a delle intelligenze artificiali. La storia ruota attorno all’androide 45, che viene scartato come difettoso a causa della sua capacità di mostrare intelligenza emozionale. La sua fuga, la scoperta della natura e di come l’uomo la sfrutta selvaggiamente per il proprio tornaconto porteranno 45 a porsi alcune domande fondamentali e a sfidare lo status quo. Fondamentalmente, ci piace raccontare storie e le tematiche futuristiche di cui trattiamo ben si sposano con gli inserti di musica elettronica.

3 - Quali sono le vostre principali influenze musicali? E che ruolo hanno nella vostra musica?
Mario: La fortuna dei Kalah è che la band è composta da 6 persone completamente diverse, con gusti e idee a volte anche diametralmente opposte. Io da chitarrista solista non posso non ascoltare il Metal più moderno, quindi band come Sleep Token, Falling in Reverse, senza tralasciare anche generi come Funky, Blues e Fusion. Il bello di avere così tante influenze è che nel nostro sound si sentono eccome, da qui la difficoltà di categorizzarci o ascriverci ad un genere preciso.

4 - Parlateci delle liriche che affrontate di solito.
Claudia: siamo grandi amanti della fantascienza. In particolar modo in "And Yet It Dreams" viene raccontata la storia di un androide senziente che, in una società distopica e sull'orlo della catastrofe ambientale, mostra un'umanità molto profonda e un interesse verso l'ambiente che invece l'uomo ha perduto da tempo. Dietro la storia forse neanche troppo originale volevamo sviluppare un tema ecologista e portare pian piano l'attenzione dell'ascoltatore su questo.


5 - Come descrivereste lo stile musicale che proponete?
Claudia: ecco, ogni volta che viene posta questa domanda c'è un momento di crisi in cui la risposta cambia a seconda di chi risponde e di che umore è quel giorno (ride).
Enrico: ahia, le etichette! Di programmazione siamo Modern Melodic Metal o Electronic Metal a seconda se si presti più attenzione allo stile di canto o al palazzo di synth. Personalmente preferiamo considerare il nostro genere il figlio metallaro, ribelle ed adolescente, di una coppia che si è conosciuta a un concerto dei Genesis, ma che in segreto si gode le serate nelle discoteche più tamarre.

6 - Cosa volete esprimere esattamente con i Kalah e cosa sperate che provi l'ascoltatore ascoltando la vostra musica?
Enrico: Curiosità, esplorazione, perché no, anche un po' di sana inquietudine. Se possiamo spiazzare qualcuno con le nostre scelte musicali, ne saremmo solo onorati
Mario: vogliamo che anche i metallari più duri e crudi si scoprano discotecari e amanti della cassa dritta (ride).

7 - Pensate che il termine progressive/metalcore rappresenti bene i Kalah o aggiungereste dell'altro?
Mario: partiamo dal presupposto che non amiamo particolarmente le etichette o quantomeno essere ricondotti ad un genere piuttosto che un altro. Sicuramente tutti i generi che hai elencato sono prevalenti nella nostra musica, decisamente importante è la componente “Electronic”, e direi che nella nostra ultima fatica si senta eccome.
Claudia: si la componente elettronica è importante, ma direi che il termine progressive/metalcore racchiude bene quello che proponiamo anche perché diciamoci la verità, "Progressive-electronic-power-modern-metal-core" è terribile (ride).

8 - "And Yet It Dreams" è un disco che trovate pienamente riuscito oppure col senno di poi avreste fatto qualcosa di diverso?
Claudia: secondo me è un disco più maturo e consapevole rispetto a "Descent Into Human Weakness", nel senso che qui abbiamo trovato un equilibrio di sonorità in cui ci ritroviamo più a nostro agio. Ovviamente con il senno di poi c'è sempre qualcosa che si vorrebbe modificare, ma questo perché siamo noi che cambiamo in generale. Cambiamo noi, cambiano i nostri gusti musicali e c'è sempre qualcosa che si può migliorare.
Mario: credo che ogni musicista riascoltando le proprie produzioni farebbe sempre qualcosa di diverso o magari opererebbe alcune scelte stilistiche diverse. Questo Cd a mio modesto parere è maturo, diverso, provocatorio e perché no, anche all’avanguardia. L’obbiettivo per il futuro è di osare ancora di più!

9 - Prossimi passi salienti e programmi per i Kalah?
Alessio: abbiamo in programma di portare un po’ dal vivo il nuovo album e per i prossimi show stiamo curando anche l’aspetto visivo e scenografico, poiché crediamo sia oggi fondamentale per avere un qualche tratto distintivo. Tra non molto uscirà anche un nuovo video animato, realizzato per noi da un bravissimo artista italiano e che non vediamo l’ora di mostrarvi.

10 - Grazie di essere stati con noi, un saluto!
Alessio: un saluto a tutti i lettori di Crepe Sonore!


By Redazione

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