I Ghost On Mars hanno rilasciato nel 2024 il loro primo full-length, l'interessante Out of Time and Space", un album progressive metal dall'anima criptica e intima. Abbiamo raggiunto la band per parlare di questo lavoro e di altro.
01. Ciao ragazzi, presentatevi ai nostri lettori.
Ciao! La nostra band è attiva dal 2018, siamo di Roma e la nostra musica racconta storie di viaggi temporali, mondi alieni e creature misteriose, il nostro genere è il Progressive Metal. Abbiamo pubblicato un EP nel 2019 (‘Lost Signal’) poi un singolo (‘Hey You’, cover dei Pink Floyd) e poi, con l’etichetta americana Willowtip Records il nostro primo album ‘Out of Time and Space’ ... attualmente stiamo lavorando sul secondo album e ci stiamo concentrando sull’attività live.
02. Cosa significa esattamente il monicker della vostra band?
Si tratta di una citazione di un film di John Carpenter (di cui siamo grandi fan): ‘Ghost OF Mars’... una sorta di introduzione al mondo scifi che raccontiamo attraverso i nostri testi. Nello stesso tempo rispecchia bene l’idea di un qualcosa che proviene da lontano (da un altro tempo e da un altro spazio), un’entità indefinita che vuole raccontare storie di mondi lontani.
03. "Out of Time and Space" è il vostro debut album! Parliamone.
Ci abbiamo messo due o tre anni per realizzarlo e siamo davvero contenti che un’etichetta importante come la Willowtip abbia deciso di investire su di esso. Sinceramente non ci aspettavamo una simile risposta dalla critica internazionale: l’album è stato accolto con entusiasmo in Europa, con recensioni entusiastiche che ci hanno reso davvero orgogliosi di questo lavoro.
04. Ripercorriamo le fasi salienti della vostra carriera, dagli inizi fino alla pubblicazione di "Out of Time and Space".
Il nostro primo singolo in assoluto è stato ‘The Black Rose’, una storia struggente e profonda, un brano oscuro e potente allo stesso tempo… che rispecchia lo spirito con cui è stato realizzato l’EP di cui fa parte (‘Lost Signals’). In seguito il nostro sound si è evoluto, si è maggiormente definito: ci siamo spostati da un filone “black metal” a un filone “progressive”, la pubblicazione della cover di ‘Hey You’ dei Pink Floyd ha fatto da ponte verso la realizzazione di trame più complesse. Siamo arrivati così al nostro primo album, abbiamo atteso l’etichetta giusta prima di pubblicare questo lavoro. Ci credevamo molto e non volevamo “svilirlo” con etichette che non fossero all’altezza e che non credessero abbastanza nel progetto. Abbiamo atteso più di un anno ma ne è valsa davvero la pena.
05. Cosa significa il titolo "Out of Time and Space"?
Esattamente come per i testi dei brani, esiste un doppio significato: da una parte abbiamo il racconto della storia, del film o del libro da cui è tratta… dall’altra esiste un significato più universale, che può essere colto anche senza conoscere la storia. Nel caso dell’album, ‘Out of Time and Space’ è il titolo di una raccolta di racconti fantasy/horror del 1942… ma è anche la dimensione attraverso cui la nostra musica si muove. Racconti che vengono da “altrove”, trame sonore complesse e in continuo divenire, un sound che richiede una volontà “attiva”, di ascoltare e di comprendere.
06. I live show sono molto importanti per voi? State suonando dal vivo in questo momento?
In passato ci siamo concentrati poco sull’attività live, adesso stiamo recuperando: il 2025 ha già visto 3 live importanti all’attivo come l’apertura ai Kingcrow, quella agli Iron Savior e la rassegna dedicata al grande artista Francesco Di Giacomo (‘Banco del Mutuo Soccorso’). Abbiamo intenzione di proseguire in questa direzione per il 2025 e stiamo organizzando dei concerti e dei mini tour in Europa per il 2026.
07. Dividereste almeno una volta il palco con chi?
Beh sicuramente a molte delle band a cui siamo stati accostati: Pain of Salvation, Tesseract, Soen, Evergrey… per noi sarebbe davvero un onore condividere il palco con loro.
08. Come nasce un vostro brano di solito?
Il nostro chitarrista Fabio Valentini è il fondatore dei Ghost on Mars ed è lui a tracciare la ‘direzione artistica’ della band. Da lui partono quasi tutti gli spunti iniziali, dopodiché la palla passa a Moreno Sangermano, voce della band, che seleziona i passaggi per lui più interessanti e sviluppa delle linee vocali. Il resto del brano viene sviluppato in sala, con gli altri membri della band (Valerio Lippera al basso, Andrea Alberati alla batteria e Andrea Mataloni alla chitarra solista) e può prendere uno sviluppo anche completamente diverso rispetto all’inizio.
09. Descrivete in poche parole il vostro stile musicale.
Qualcuno ha detto che siamo “cinematografici”. In effetti è il termine che calza meglio con ciò che vogliamo evocare: delle immagini, delle sensazioni…e possibilmente delle emozioni. Esattamente come le emozioni umane la nostra musica è fluida: si passa da momenti di dolcezza e calma a momenti violenti, quasi estremi. Tentiamo di ricreare questo attraverso la musica.
10. Ok ragazzi, abbiamo finito. Concludete come volete!
Grazie davvero per la visibilità che ci avete concesso, facciamo molta fatica a far emergere la nostra musica nel nostro Paese, mentre sembra sia tutto più facile fuori dai confini nazionali… questa cosa, malgrado sia cosa abbastanza risaputa nel nostro ambiente, per noi continua a essere inaccettabile. Momenti come questi ci aiutano a perseverare nel nostro obiettivo: quello di conquistare una parte del pubblico italiano e per questo continuiamo a investire su di esso.
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