KALAH "And Yet It Dreams" (Recensione)



Full-length, Nova Era Records
(2024)

Dopo l'album di debutto "Descent into Human Weakness" pubblicato nell'agosto 2022 tramite Pure Steel Records e un'intensa attività live in Italia e in Europa aprendo concerti per band come Seventh Wonder, Visions of Atlantis e Deathless Legacy, la band bolognese in questione torna sul mercato in questo inizio di 2024 con il suo secondo album intitolato “And Yet It Dreams” tramite l'italiana Nova Era Records . 

L'evoluzione e l'innovazione che molti hanno osteggiato nel periodo del cosiddetto nu-metal ha avuto a nostro avviso dei riverberi molto positivi, che sono andati un po' a rimodellare e ridefinire nuove coordinate stilistiche che non finiscono di stupire. Questo album ne è un esempio lampante, anche se non stiamo parlando assolutamente di un prodotto ascrivibile a quella corrente, ma di certo ci sono dei rimandi a quel tipo di sound. Innanzitutto è difficile inquadrare in una sola definizione il sound proposto da questi Kalah, perchè in questo album c'è talmente tanta (buona) carne al fuoco e talmente tanta abbondanza di idee e soluzioni che tante band potrebbero scriverci almeno dieci album "normali" con queste intuizioni compositive!

Da una base metalcore con influenze power, la band sviluppa un sound molto contemporaneo grazie all'uso dell'elettronica in modo massiccio, e poi abbiamo la vena progressive che cerca di spingere ogni pezzo verso qualcosa di unico e che di primo impatto potrebbe far sembrare l'ascolto di questa release un po' ostico. In realtà basterebbe solo ricominciare ad ascoltare per bene i dischi e smettere di affermare castronerie sul fatto che il metal sia un genere morto o statico. Ci sono migliaia di nuove band pronte a smentire tali scemenze con i fatti. 

I Kalah nelle prime tre canzoni di questo loro secondo album, ovvero "This World Factory Part 2", "Runtime Error" e "And Yet it Moves" riescono a stupire per una freschezza di idee impressionante, e poi una voce femminile è quantomai azzeccata in questa proposta, anche perchè abbiamo una cantante di qualità, e non la solita bambola che intona melodie melense e ultra abusate. Claudia Gigante riesce ad infondere potenza ma anche sensibilità ad un prodotto quasi asettico e perfetto nella produzione, riuscendo quindi a bilanciare l'alone futuristico dell'album in maniera concreta. I brani ottimi si sprecano; oltre le tre canzoni già menzionate, un brano come "Escape" va portato alla vostra attenzione, perchè sembra voglia mescolare musica techno al power metal più intransigente in stile Dragonforce, con tanto di chitarre dirompenti sia in fase ritmica che solista. I ritmi di batteria di Alessio Monacelli sono belli tosti, ma l'elettronica dà una grossa spallata potente in questo senso, e tira spallate mica da poco! 

Ci sono anche sprazzi di melodia più evidenti, come succede ad esempio in "Full Metal Monsters" o soprattutto in "Defeated", ma solitamente la band cerca di puntare sia su groove e potenza e l'album è dirompente dall'inizio alla fine, praticamente. Tutto questo però non deve farvi pensare ad un disco solo "muscolare". Come già accennato, la band ama il progressive e si sente, i pezzi sono tante volte scomposti e imprevedibili, hanno un vago alone cinematografico e a tratti oscuro. Il disco si chiude all'insegna della potenza comunque, e un pezzo quasi tipicamente power come "XLV" sancisce la fine dei giochi. Album davvero molto bello, carico, innovativo. Per chi ama aprire la propria mente ad ogni ascolto, questo disco è d'obbligo possederlo.

By Redazione

Tracklist:
1. This World Factory Part 1 
2. This World Factory Part 2 
3. Runtime Error 
4. And Yet it Moves 
5. Escape 
6. Gentle Gears 
7. Helichrysum 
8. Full Metal Monsters 
9. Defeated 
10. On Wings of Shapeless Dreams 
11. XLV

Line-up:
Alessio Monacelli - Drums 
Mario Grassi - Guitars (lead)
Marco Monacelli - Guitars (rhythm) 
Dario Trentini - Keyboards 
Claudia Gigante - Vocals
Goya - Bass

Links:
Bandcamp
Facebook
Instagram
SoundCloud
Spotify

Commenti