Intervista ai Meghistos


Ecco a voi Meghistos, lupo solitario del suo progetto! Musicista in giro da molti anni, sin dagli anni Novanta per la precisione, ma un po' avaro di pubblicazioni. In ogni caso il suo secondo album "The Reasons", che abbiamo recensito a questo link, ci ha pienamente convinto, così carico di odio e oscurità! Buona lettura!

1 - Ciao, presenta i Meghistos con una breve biografia dagli inizi ad oggi!
Buongiorno e grazie per questa opportunità. Meghistos nasce concettualmente nei primi 90, anni in cui il death metal era al suo apice e portava con sé quella dote di caratteristiche acquisite durante il periodo proto-death che inizia a mio parere con i Possessed e gli Slayer di Reign in Blood. In quegli anni suonavo sia live con i Neophyte, gruppo di Milano fondato da Andy Soresina, sia per conto mio limitandomi a comporre senza pubblicare, raccogliendo quindi nel tempo parecchio materiale che in parte ho riproposto sui miei due album. Conoscevo già Andy Panigada in quanto da fan lo contattai in occasione dell’uscita di “Neurodeliri” dei suoi Bulldozer. Grazie a lui ho avuto modo di migliorarmi come musicista e di apprendere tanti trucchi del mestiere. Decisamente in ritardo sui tempi ed in controtendenza con gli stessi nel 2017 ho deciso di rispolverare il materiale archiviato e di comporne di nuovo per uscire con un primo full – length. I brani hanno subito trovato l’approvazione di Panigada che si è proposto di darmi una mano (il risultato della prima collaborazione lo potete trovare online nel video “Nasu”, genuinamente marcio e underground, fuori dal tempo insomma). Per quanto riguarda il nome l’ho scelto durante gli anni di liceo: è greco antico e si tratta del superlativo assoluto di megas, “il più grande”.

2 - Parliamo di "The Reasons" in generale, presentalo ai nostri lettori!
“The Reasons” parla dei motivi per stringere un patto con il Pantheon infernale a cui si può accedere bussando al portone raffigurato in copertina. I motivi sono vari e non sono assoggettati ad un giudizio morale: si va dal desiderio di potere espresso in “Meat Grinder”, pezzo composto interamente da Andy “Bull” Panigada, alla volontà di affermazione artistica, rinvenibile in “Black Blues of Death”, omaggio al grande Robert Johnson. Ogni richiesta comporta un prezzo da pagare e il tariffario lo potrete verificare leggendo i testi. Anche questo album, come il precedente, è edito da Buil2Kill, label che fa capo a Trevor dei Sadist e che ringrazio per il grande lavoro di promozione che sta portando avanti.

3 - Quali sono le tue principali influenze musicali? E che ruolo hanno nella tua musica?
Innanzitutto i Morbid Angel, in modo particolare con il loro “Blessed Are The Sick”, forse il disco che più ho ascoltato nella mia vita. Poi sicuramente i Deicide di “Legion”, monolite nero come la mia anima. Potrei poi citare i Bulldozer e i Nocturnus per l’utilizzo delle tastiere, ma anche i Maiden di “ Seventh Son of a Seventh Son”. Comunque ho sempre voluto dare, nel rispetto dei canoni propri del genere, un’impronta personale ai miei brani e spero di esserci riuscito.

4 - Parlaci delle liriche che affronti di solito.
Argomento principe di entrambi i dischi è il Male, declinato nelle sue più turpi manifestazioni e spesso identificato in rabbiosi demoni che si nutrono dei nostri rancori, dei nostri desideri e delle nostre paure. Se il secondo disco si concentra sul desiderio, il primo elenca un insieme di mostruosità che ci circonda e di cui spesso non ci accorgiamo in quanto tramano nascoste nell’ombra.


5 - Come descriveresti lo stile musicale che propongono i Meghistos?
Decisamente un death metal che ha le sue radici nei primi 90, da non definire però old school: non so perché ma tutto quello che ascolto a cui è stata attribuita questa etichetta non suona affatto come il vero death metal di quegli anni.

6 - Cosa vuoi esprimere esattamente con i Meghistos e cosa speri che provi l'ascoltatore ascoltando la tua musica?
Odio.

7 - Pensi che il termine death rappresenti bene i Meghistos o aggiungeresti dell'altro?
Il mio è un death metal che include decenni di musica da me metabolizzata: quello che faccio è veloce, pesante e malsano, mantiene insomma la natura del death metal, ma contiene anche suggestioni provenienti da altri ascolti. Non si tratta di semplice crossover, ma di un insieme funzionale di pulsioni musicali che mantengono vivo il fine ultimo: sciogliere il Male in musica.

8 - "The Reasons" è un disco che trovi pienamente riuscito oppure col senno di poi avresti fatto qualcosa di diverso?
L’ho preparato con calma, ci ho messo diversi anni e ho curato ogni minimo aspetto: questo disco mi appaga completamente e mi rappresenta.

9 - Prossimi passi salienti e programmi per i Meghistos?
Sto già componendo nuovi pezzi e valutando un utilizzo ”improprio” dei cori che penso potrà stupire.

10 - Grazie di essere stato con noi, un saluto!
Grazie a voi! Vi rubo ancora due righe per ringraziare Andy Soresina e Francesca Donzuso di Hellucination Photography per la grafica e le foto.


By Redazione

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