Intervista ai DOCKER'S GUILD


Intervistiamo la creatura di Douglas Docker oggi, ovvero i Docker's Guild, freschi autori dell'entusiasmente opera prog "The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)". Buona lettura!

1 - Ciao Douglas, presenta i Docker's Guild con una breve biografia dagli inizi ad oggi!
Ciao e grazie di ospitarmi sulla vostra webzine! Sarà dura perché i Docker’s Guild hanno una storia lunga, cercherò di essere sintetico. Personalmente, sono partito come pianista classico negli anni ’70 e ’80, carriera che ho poi abbandonato nel 1989 dopo essermi diplomato in Conservatorio. Da lì ho poi continuato a studiare, prima come tecnico del suono, poi a Hollywood al Musicians Institute come tastierista. Ho avuto un’enorme fortuna, perché appena diplomato sono entrato nei Biloxi, un gruppo AOR piuttosto noto all’epoca, che aveva appena fatto uscire il primo CD “Let the Games Begin” che ha avuto un grande riscontro internazionale, soprattutto in Europa e Giappone mentre in USA imperversava il grunge. Tornato in Italia, ho fondato quelli che sono poi diventati i Disco Inferno, il noto tributo disco music che imperversa nel paese dal 1997. In seguito ho avuto gravi problemi di salute che mi hanno tenuto lontano dalle scene fino al 2008, ma ne ho approfittato per riprendere gli studi e nel 2007 mi sono laureato alla Sorbona di Parigi come etnomusicologo, specializzandomi nella venerazione di divinità demoniache da parte dei musicisti tradizionali thailandesi. Un argomento piuttosto metal devo dire! E da lì sono partiti i Docker’s Guild, su cui mi dilungherò nella domanda successiva.

2 - Vogliamo parlare di come si è svolto tutto il processo che ha portato alla nascita di "The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)"?
La canzone che ha dato vita a tutto è “The Mystic Technocracy”, che scrissi nel lontano 1990. Non c’era ancora l’idea di un concept, ma fu un periodo molto intenso e creativo per me, con dozzine di brani partoriti in circa un anno. E’ solo nel 1994 che mi resi conto che i testi che avevo scritto erano tutti legati da temi di fantascienza, storia e religione, e che messi in ordine raccontavano l’abbozzo di una storia. Con Mio Jäger (oggi chitarrista delle Frantic Amber), decidemmo di scrivere altri brani da integrare alla storia per completare un album. Per vari motivi il progetto, che si chiamava Project DNA, non andò in porto, e fu solo nel 2008 che ripresi in mano la faccenda, che nel frattempo si era sviluppata in ben nove album. I brani scritti all’epoca con Mio sono poi apparsi sia sul primo album “Season 1” che sul nuovo album “Season 2” e ce ne saranno altri in futuro. E così, dopo ben 33 anni di sforzi e sacrifici, eccoci qua 

3 - Parliamo del concept lirico che lega questo vostro ultimo album ad altri capitoli. Una vera e propria saga?
Di nuovo, è tutto partito dal brano “The Mystic Technocracy”, che apre “Season 1”. A livello di trama, il testo della canzone contiene l’essenziale del concetto di base, che è una storia di fantascienza che parla degli eccessi delle religioni organizzate. Nello specifico, una razza aliena, i Tecnocrati, distruggono tutte le altre forme di vita dell’universo tranne che sulla terra, a causa di un malfunzionamento. Riescono quindi a modificare il DNA umano per portare l’intera razza all’autodistruzione tramite una predisposizione innata verso la creazione di religioni all’apparenza pacifiche, ma che alla fine non fanno che procurare morte e sofferenza. Da questo seme è nato un vasto universo in cui si svolge una saga molto articolata e complessa, ma, credo, piuttosto avvincente.

4 - Come descriveresti i Docker's Guild, soprattutto dovendo farlo a chi ancora non vi conosce?
Domanda difficile! Ufficialmente il progetto è definito come una prog metal space opera, ma i generi e le influenze sono talmente vari che rendono la definizione piuttosto limitante. Si va da brani molto metal a suite prog parecchio articolate, passando da altri brani più influenzati dal funk, dal pop o dallo space rock e musica elettronica. Ce n’è un po’ per tutti i gusti, anche se il sound e la produzione sono sempre molto organici e riconoscibili.


5 - Credi che il vostro stile sia accomunabile al termine progressive rock, oppure pensi ci sia altro nella vostra musica?
Il filo conduttore è sicuramente il prog, ma come dicevo prima è contaminato da molte influenze diverse. Essenzialmente ci sono tre linee direttrici per quanto riguarda stili ed influenze. Il principale è il prog classico e anche un certo prog metal più moderno (Yes, ELP, ma anche i primi Dream Theater, Threshold e Amaranthe), poi c’è molto AOR e rock melodico, soprattutto nelle tastiere e voci (Asia, Journey, ma anche Cheap Trick) e infine ci sono influenze non prettamente rock, come David Bowie, Duran Duran, i Rockets e Jean-Michel Jarre, che credo siano quelle che rendono il sound dei Docker’s Guild così diverso da altre metal operas oggi in voga.

6 - Cosa vogliono esprimere esattamente i Docker's Guild con la loro arte?
Musicalmente, ho delle linee guida piuttosto precise che ho espresso nella domanda precedente, e ho anche le idee piuttosto chiare su quello che voglio fare negli album successivi. A livello di storia e testi, credo che il tema principale sia l’inesorabile decadenza della razza umana, e i concetti di perdita e sofferenza che viviamo tutti. Non è una saga felice, e gli album diventeranno progressivamente sempre più oscuri. Già in questo album, la dimensione tragica è piuttosto evidente, a fianco di elementi di horror cosmico molto lovecraftiani, oltreché l’inserimento di tematiche derivate dal famigerato libro “Il Re in Giallo” di Robert W. Chambers, che sono la colonna portante della suite finale Into the Dahr Cages.

7 - "The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)" è un album davvero curato e maturo. Pensi che comunque i Docker's Guild abbiano ancora della strada da percorrere per migliorarsi?
Ti ringrazio per il complimento che mi fa davvero piacere. Ci sono voluti diversi anni e parecchi sforzi e sacrifici per arrivare a questo risultato, e devo dire che sono molto soddisfatto. E’ la prima volta che, riascoltando l’album, non provo la necessità di rimixarlo o di modicarne delle parti, quindi è buon segno! Questo detto, per rispondere alla domanda, spero proprio di sì! C’è sicuramente ampio margine di miglioramento, soprattutto considerando che i rimanenti sei album sono già parzialmente imbastiti, sia musicalmente che a livello di trama, quindi sarà una vera sfida integrarli per rendere tutto il percorso omogeneo mantenendo il livello qualitativo.

8 - Prossimi passi salienti dei Docker's Guild e programmi?
Sono già al lavoro sul prossimo album, che sarà una messa da requiem in latino. Sarà una grande sfida per me, perché devo scrivere e adattare la musica al testo fisso della messa, ed è un approccio che non ho mai sperimentato prima. E’ anche probabile la release di un album e DVD dei Docker’s Guild live, ma è ancora presto per confermare.

9 - Grazie di essere stato con noi, un saluto!
Grazie mille di avermi accolto sulle vostre pagine! Colgo l’occasione per salutare tutti i lettori di Crepe Sonore e i fans dei Docker’s Guild. Seguiteci sui canali social, dove scoprirete un universo musicale e fantascientifico che potrebbe sorprendervi!


By Redazine

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