GOAD "Dusketha" (Recensione)


Full-length, My Kingdom Music
(2025)

Dopo circa cinquanta anni di carriera i Goad di Maurilio Rossi pensiamo che non abbiano più molto da dimostrare in ambito progressive rock. Anche stavolta il musicista italiano si è occupato di diversi strumenti, ma si è avvalso anche di molti altri musicisti di prim'ordine per la realizzazione di questa lunga opera divisa in due dischi. Un'opera monumentale, fatta per palati fini e per ascoltatori attenti, non di certo per chi intende la musica come un prodotto di semplice svago e intrattenimento...

E insomma, cosa dire di questo "Dusketha"? Il disco in questione è molto sfaccettato, esprime un progressive rock non proprio standard, andando a pescare anche nel calderone delle psichedelia acida e anche, volendo nella sperimentazione, con tastiere davvero interessanti che dipingono scenari quasi spaziali. Un esempio su tutti possono essere le criptiche "Poor Skull (Reverend Brothers)" e "Daisy' Rock", pezzi che attraversano diverse correnti, quando più tranquille e quando più tormentate, figlie di un animo a quanto pare inquieto, o comunque alla continua ricerca di una via artistica molto personale e soprattutto introspettiva.

Ci sono dei pezzi che letteralmente esplodono nello stereo, come può essere "Finally Remembering I'm Dead", che è un esempio di come le atmosfere possono farsi più dure e dirette anche in un album dove di diretto vi è ben poco. Ecco, il pregio principale di questo disco sta proprio, paradossalmente, nel suo principale "difetto" e viceversa, ma questo termine va preso per le pinze, e cioè che parliamo di musica davvero poco accessibile, anche volendo per gli amanti del prog rock. Pure nel secondo disco brani come "Garden With Spectral Gleams " o "Let Out Song" complicano ancora la vita all'ascoltatore, mettendolo di fronte a dei pezzi certamente buoni (e suonati da musicisti eccellenti), ma anche piuttosto intricati e chiusi in se stessi.

Il nostro parere per questo album è certamente positivo. "Dusketha" è un disco suonato benissimo e che denota un certo spessore artistico, ma più volte ci siamo chiesti se magari mettere qualche pezzo più sfrontato, avrebbe magari reso l'ascolto un po' più fluido. Il lavoro dietro a quest'opera è immenso e si sente, come si sente che stiamo parlando di un disco sincero e senza compromessi, e quindi prendere o lasciare: non solo il prog rock non è un genere per tutti, ma "Dusketha" potrebbe addirittura non essere alla portata di tutti gli ascoltatori del prog rock. 
Troppo avanti questa musica? A voi che ascolterete la risposta, ma parliamo di un disco di alto livello, questo è fuori di dubbio.

By Redazione

Tracklist:
- Disc 1 
1. Yes It Was Love (Message From A Cathedral) 
2. One Of These Days (Is There Still Day) 
3. Alone Man In Empty Room 
4. Poor Skull (Reverend Brothers) 
5. Daisy' Rock 
6. To An After Time My Harmonies 
7. And Still We'll Dance Into The Light Of Heaven 
8. My Feet In The Breaking Wave Sundown 
9. Give It Not A Tear 

- Disc 2 
1. Stop And Consider Life Is But A Day 
2. While I Kiss To The Melody (Night Sleepy Eyes) 
3. Hush My Love (Lullaby For A Woman) 
4. The Speed Of My Nightmares 
5. Let Out Song 
6. Finally Remembering I'm Dead 
7. Garden With Spectral Gleams 
8. Foxsteps On My Nylon Guitar 
9. The Woodkeeper, A Collar Of Red (bonus track) 

Line-up: 
Maurilio Rossi: music, lyrics, arrangements, vocals, keyboards, piano, bass, electric guitars, classical guitars 

Guest musicians: 
- Gianni Rossi: additional guitars, backing vocals 
- Martino Rossi: keyboards, additional bass, backing vocals 
- Paolo Carniani & Claudio Nardini: drums & percussions 
- Frank Diddi & Alex Bruno: Sax, Flute, Violin 
- Max Cirone: sound engineer 

Siti ufficiali:
– MY KINGDOM MUSIC: https://linktr.ee/mykingdommusic
– GOAD: https://www.facebook.com/MaurilioRossiGoad

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