Con l'uscita di due videoclip e relativi singoli, il cantautore Claudio "Brado" Buttaro, intitolato "Ridere (Re-fake)" ci fa addentrare in quello che troveremo in forma estesa nel suo prossimo album intitolato "Voi", in uscita nella prima parte del 2025. Abbiamo contattato l'artista, il quale non si è tirato indietro nel rispondere in maniera esaustiva alle nostre domande. Buona lettura!
01. Ciao Claudio, presenta il tuo progetto ai nostri lettori.
Ciao, il mio progetto di cantautorato riguarda una scelta musicale ben precisa, orientata al suono rock, hard rock, in alcuni frangenti anche Heavy ma con il cantato che segue testi in italiano. E’ un esperimento musicale in continuità con quella che fu la stagione magica del rock italiano di qualche anno fa, con una vocazione più potente sotto il profilo sonoro e più diretto dal punto di vista dei testi.
02. Parliamo dei due singoli usciti finora e dei relativi testi!
A fine ottobre è stato pubblicato il video di “Ridere Re-fake”. Il brano è stato registrato al “Rocker Studio” di Sesto San Giovanni (Milano). Il mitico Mario Riso ha suonato la traccia di batteria della canzone (e di un'altra registrata sempre da loro che sarà pubblicata prossimamente) ed ha prodotto anche il pezzo. Lo ringrazio perché per me è stato un onore avere lui in ben due pezzi del mio repertorio musicale. Tornando a “Ridere Re-fake” questo è un brano che si lega molto all’hard rock statunitense, con il riff portante ed un ritornello melodico ma potente. In questa canzone affronto il tema sempre più diffuso del rapporto fra l’uomo e le nuove tecnologie social. Il cosiddetto fenomeno del “dualismo digitale”, ovvero questa nuova tendenza nella quale la stessa persona incarna vite parallele fra digitale e reale, spesso contraddittorie e contrapposte. Nel video di “Ridere Re-fake” queste due “dimensioni” sono state enfatizzate dall’attrice appositamente. Ormai molti sono immersi in questa nuova dimensione identitaria a metà fra personaggio da Social e persona che affronta la sua quotidianità. Si ride e si interpreta un ruolo davanti ad una telecamera del proprio strumento tecnologico, e questo piace perché toglie il malessere di una vita meno dinamica o interessante rispetto a quella che continuamente ostentiamo sui social. E così stiamo diventiamo dei “fake” che si ripetono continuamente. Il secondo “Soldati di Carta” è un brano contro la guerra. Visto il periodo che stiamo vivendo credo sia purtroppo un brano attualissimo. A “Soldati” sono molto legato, la sua genesi è avvenuta in più momenti, e ha trovato la giusta sintesi stilistica nella forma canzone che è stata pubblicata a fine novembre. Il pezzo racconta di come siamo tutti soggiogati dal potere che ci usa e ci mette li uni contro gli altri, in questo senso soldati come strumento di morte nelle guerre ma di carta perché anche loro sono solo il braccio violento di una manipolazione che li usa ne fa carne da cannone. Nel testo ho immaginato le varie figure, i civili che subiscono le violenze e le devastazioni, in guerre fratricide come quelle a cui stiamo assistendo nell’ultimo periodo, i soldati che vengono spazzati anch’essi, si uccidono fra loro e la desolazione della morte dei civili, che sono vittime inermi di tutto questo. Sono orgoglioso di aver avuto come regista di “Soldati di Carta”, Roberto Di Matteo, giornalista free lance che ha voluto inserire delle scene all’interno del video tratte dai suoi reportage girati nei vari scenari bellici di cui è stato testimone.
03. Il tuo album tra pochi mesi uscirà. Presentalo ai nostri lettori!
Il mio album sarà caratterizzato da suoni potenti e da ricerche melodiche che si alterneranno a scelte stilistiche più variegate e un po' fuori dagli schemi, ma senza tralasciare un modo di fare musica a cui sono tuttora legato, la scena americana ed inglese. I generi del rock si mischiano fino ad arrivare anche a suoni più heavy. Mi piace dare un certo dinamismo ritmico ed emotivo ai brani per cui potrete trovare il brano più lineare quello più vario, la ballata come il pezzo potentissimo, insomma un insieme di tutto quello che è il mio mondo musicale. I temi dei miei testi solitamente si riferiscono a ciò che vedo intorno, quindi a questioni sociali e interiori; si va da argomenti come la dipendenza digitale, la guerra, al valore dell’altruismo, della resilienza nel proprio percorso di vita, alla tolleranza, alla voglia di riscatto, la ricerca del proprio obbiettivo personale. Come vedi si va un po' in tutte le direzioni.
04. Hai scelto di fare hard rock in italiano. Parlaci di questa scelta.
E’ una scelta che quasi trovo naturale visto il mio percorso di musicista. Il rock in tutte le sue sfaccettature sonore è sempre stata la mia passione, in particolar modo ho ammirato gruppi e cantanti italiani che hanno cercato di far entrare nell’immaginario musicale del nostro paese suoni e suggestioni tipiche di altre realtà; ma l’idea di parlare di cose che riguardavano il mio vissuto diretto ed indiretto, cioè quello che vedo intorno a me, senza fare appello alla mia lingua mi sembrava depotenziare gli argomenti ed il modo in cui ne potevo parlare. La realtà italiana è molto complessa ed è bello riuscire a parlarne in una lingua che per il rock fino a qualche decennio fa sembrava un problema. Mi affascina sperimentare qualcosa di diversissimo da quelli che sono i suoni tipici della musica italiana attuale, con invece i testi sviluppati nella nostra lingua. Ha tutto più senso se, ad un certo tipo di suono musicale associ una parola, una frase che ha nel suo significato il suo “habitat” naturale, culturale, così quello che dici e suoni acquisisce più coerenza.
05. Spiegaci cosa significa il titolo del tuo prossimo album per te.
Il prossimo album si intitolerà “Voi”, il titolo di un brano che affronta la problematica dell’omologazione, dello stereotipo, della discriminazione, ma ho pensato che possa identificare al meglio, possa essere una fotografia, di quello che sta accadendo nel mondo. E’ una società che ci sta portando sempre più verso polarizzazioni estreme in tutti i campi. Stiamo diventando sempre meno “noi” e più “voi”. Sembriamo sempre più fazioni in lotta, uno contro l’altro, il pensiero diverso dal mio viene visto come qualcosa da distruggere, senza nulla da salvare; sempre pronti ad aggredirci con tutti i mezzi leciti ed illeciti, abbiamo le guerre, politici che più la dicono grossa e più sono seguiti, i media sono sempre pronti a creare attenzione ai numeri all’Audience e non alle storie costruttive, i social che vengono usati come dicevo prima per fomentare polemiche e discussioni spesso senza una volontà precisa di confronto. Insomma chi urla e prevarica di più sembra che vinca. Il mio album in questo senso va in controtendenza cercando di sottolineare queste realtà , ma accentrando l’attenzione verso la forza delle idee e dei valori positivi , elementi che tengono ancora insieme il tessuto sociale.
05. Progetti in sede live immediati?
In questi mesi abbiamo suonato davvero parecchio con la mia band gli “Status Brado”, ed ora mi sono fermato un po' perchè stiamo seguendo le pubblicazioni dei vari singoli e la promozione. Abbiamo preso una pausa, ma sicuramente ci saranno delle novità a livello di line up e di impegni futuri. Magari una piccola tournee in giro in Italia e forse anche una all’estero .
06. Puoi parlarci degli altri musicisti che ti stanno accompagnando in questo viaggio?
Si. Come già detto la band che mi ha accompagnato nei live si chiama “Status Brado” scelta legata ad un vecchio “nomignolo” affibbiatomi dai miei amici fin da ragazzo, cioè “Brado”. Fino ad ora i musicisti che mi hanno accompagnato sono stati Giuseppe Zupa alla chitarra, per un bel po' Renato Minichelli alla Batteria e Francesco Tedeschi al basso. Tutti musicisti baresi, che provengono dal rock ,hard rock ed anche heavy –metal e che hanno accolto con entusiasmo ed impegno fin ora la mia voglia di portare avanti questo progetto Hard rock italiano. Li ringrazio come sempre perché mi hanno aiutato a far conoscere anche dal vivo le canzoni che sentirete prossimamente su singoli e disco.
07. Come nasce un tuo brano di solito?
Il brano nasce sempre da situazioni diverse. Un’ispirazione può venir fuori da un’immagine, un emozione , un evento , uno stato emotivo, un racconto anche indiretto che riporto in un testo. Poi cerco di scegliere la parte musicale che reputo più attinente a ciò che sto dicendo. Altre volte metto giù un riff di chitarra, altre ancora prima una melodia vocale… qualche volta è nato tutto da un giro di basso…due volte da un stacco di batteria che mi è servito per iniziare un brano…insomma non c’è mai un metodo lineare…
08. Ok abbiamo finito. Concludi come vuoi!
Vi ringrazio perché è sempre più difficile trovare spazi come questo in cui chi fa musica ha la possibilità di spiegare il significato profondo di quello che cerca di trasmettere, e soprattutto in Italia fare ciò che sto cercando di portare avanti è difficile, ma grazie a realtà come la vostra /tua diviene più facile farsi sentire. Un abbraccio, ascoltate “Ridere Re-fake” e “Soldati di carta” e seguitemi sulle mie pagine social, ciaooo e Stay Rock!!!!
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