Tornano dopo otto anni di assenza discografica i groove metallers Black Motel Six, con un secondo album decisamente buono che conferma questa realtà romana come una delle più valide da seguire in questo momento, soprattutto per chi ama band del calibro di Black Label Society o Down. Buona lettura!
01. Ciao ragazzi e benvenuti su Crepe Sonore. Presentatevi ai nostri lettori.
Ciao a tutti! Siamo una band di Roma attiva dal 2011/2012 con un EP e due dischi all’attivo; ci identificano normalmente come “groove metal” ma con l’ultimo disco ci siamo un po’ separati da questa “etichetta”.
02. Cosa significa esattamente il moniker della vostra band?
Si perde un po’ nel tempo; un precedente componente della band, a partire da un tributo Black Label Society, diede questo nome alla band e non l’abbiamo mai cambiato.
03. "When The Pillars Collapse" è un prodotto che colpisce anche per un'ottima produzione, ne vogliamo parlare?
Grazie, siamo molto contenti di sapere che viene apprezzato non solo per il contenuto ma anche per come viene fruito. Abbiamo registrato, mixato e fatto il mastering presso i Kick Recording Studios insieme a Marco “Cinghio” Mastrobuono che ha seguito tutto il processo. Le reference che gli abbiamo dato sono abbastanza moderne ma abbiamo anche cercato di dargli un suono “personale”.
04. Parliamo dei testi di questo album.
I testi sono curati dal nostro cantante Stefano che per l’ultimo disco ha affrontato temi legati al mondo interiore, esperienze personali e riflessioni; sono temi riguardanti il proprio io con tutte le sue sfaccettature, i suoi colori. In questo disco Stefano ha trattato un male che oggi affligge molti e che ha vissuto in prima persona, da cui esiste una via d’uscita, scrivendo pensieri e sensazioni vissuti in quei momenti, fino alla rinascita. Un male che non fa distinzioni e che non ha età.
05. Molti vi definiscono groove metal, ma per voi è corretto? E voi come vi definireste?
Questa “etichetta” ce la siamo guadagnata nel tempo e con i lavori precedenti, in particolare “Everything In Its Place” che strizza parecchio l’occhio a questa categorizzazione. Noi ci definiamo anche soltanto “metal”: il motivo risiede nel fatto che quando abbiamo cominciato a lavorare a "When The Pillars Collapse" abbiamo tra di noi deciso, in modo piuttosto esplicito, di sbattercene il più possibile dei generi di riferimento. Il lavoro infatti riprende e rispecchia parecchi dei gusti di tutti noi e che variano parecchio tra molti sottogeneri del metal.
05. I live show sono molto importanti per voi? State suonando dal vivo in questo momento?
Sono ESTREMAMENTE importanti; durante la scrittura dei pezzi è certamente uno degli aspetti che teniamo più presente.. azzeccare la resa live di un brano è una delle cose che ci da più soddisfazione. Stiamo riprendendo l’attività live, da poco siamo tornati dalla “Rock'n'Roll Experience” - davvero una figata! Ci sono progetti per autunno/inverno e primavera.
06. Dividereste almeno una volta il palco con chi?
Se ci dessero la possibilità direi che suonare sullo stesso palco dei Gojira, dei Meshuggah, Machine Head, Down .. insomma sarebbero troppi i nomi da dire!
07. Parliamo del vostro usuale processo compositivo.
Normalmente Marco, il nostro chitarrista, arriva con delle idee più o meno complete in sala prove e le suona. Da quel momento in poi vengono potenzialmente stravolte e ne esce un brano completamente nuovo, frutto del lavoro di condivisione con tutti; altre volte invece il brano funziona già molto bene e quindi il lavoro è molto più veloce e normalmente si tratta di “cesellature”.
08. Ragazzi abbiamo finito. Concludete come volete!
Grazie per lo spazio! Un saluto a tutti i lettori e ricordate di supportare le band italiane!!
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