Intervista ai DPERD


I Dperd sono una realtà del tutto particolare nel panorama italiano. Riescono a evitare qualsiasi classificazione di genere netta e con personalità ci regalano un ottimo nuovo album, intitolato "Choices". In ogni caso gli amanti della musica dark e "d'atmosfera" potrebbero rimanere ammaliati dalla loro proposta. Facciamo qualche domanda a Carlo Disimone, polistrumentista della band.

01. Ciao Carlo e benvenuto su Crepe Sonore. Presenta i Dperd ai nostri lettori.
Ciao sono Carlo, assieme a Valeria abbiamo avviato da un ventennio questo progetto musicale. Entrambi precedentemente, suonavamo in una band wave che si chiamava Fear of the Storm. Come Dperd abbiamo realizzato 8 album (7 con My Kingdom Music) dopo un cd-r di esordio. Valeria è la cantante, anche se in effetti è anche una pianista laureata al Conservatorio, che però delega a me tutte le parti da registrare, sia le mie che le sue. Oltre il piano suono (o cerco di farlo) anche chitarra, basso, batteria. In quest'ultimo disco, come nel precedente si è aggiunta la tromba nel nostro sound. Il nostro storico ingegnere del suono, Gaetano, durante il Covid, chiuso a casa, si è dedicato a questo strumento. Gli ho chiesto interventi mirati dove ritenesse più opportuno, et voilà!

02. Cosa significa esattamente il monicker della vostra band?
Il nome è venuto per caso quasi per scherzo. Mentre con un mio amico pensavamo al sito web ed al nome della band mise le due "d" (iniziale del mio cognome) ed una x che le univa: dxd. Dperd sembrava così strampalato da essere appropriato, Valeria ha accettato al volo. Allora non pensavo che avrei dovuto anche pronunciarlo. In Italia non siamo bravi con lo spelling e la cosa a volte diventa imbarazzante!

03. "Choices" è un prodotto che colpisce anche per un'ottima produzione, ne vogliamo parlare?
Grazie, registriamo in uno studio che ho allestito nel seminterrato e poi mixiamo nello studio di Gaetano, che molto meglio di me sa dare il giusto suono al tutto. La parte grafica l'affido alla label, dal terzo album in poi. Quando ho voluto consigliare un'immagine di copertina, come nel caso del quinto disco, me ne sono poi pentito.


04. Come mai la scelta di realizzare un disco che non ha praticamente una vera divisione tra le tracce?
Avevo cominciato unendo il secondo brano al primo. Mi piaceva che terminando il primo immediatamente cambiava in 9 quarti, quando la terza canzone ci è venuta sulle note finali della precedente è stato automatico, ho fatto in modo che tutti i brani si collegassero. Pensavo di non ripetere l'esperienza sui nuovi che abbiamo in cantiere, avevamo dei brani separati tra loro, che sbadatamente ho cancellato. Cinque li abbiamo persi irrimediabilmente. Quelli che ho recuperato e riregistrato, più altri che abbiamo composto, hanno un filo conduttore percussivo che li unisce, vedremo cosa succederà.

05. Come definireste il vostro sound a chi ancora non vi conosce?
Far definire il genere musicale agli artisti è cosa ostica. Le definizioni lasciano il tempo che trovano e anche se non piacciono danno un'idea a chi legge una recensione, se vale la pena un ascolto o meno della band. A noi ci hanno definito in passato Mediterranean Dark Wave, per quello che significa, cioè niente. Ci sta bene!

06. I live show sono molto importanti per voi? State suonando dal vivo in questo momento?
Come Dperd non abbiamo mai suonato dal vivo. Per noi un'esibizione con i computer e le basi registrate non sarebbe un vero live. Suonare dal vivo vorrebbe dire, quindi, trovare dei musicisti che si prestino e disposti a provare e riarrangiare i brani, in base alla formazione che sarei in grado di reclutare. Non penso mai ad una esecuzione dal vivo in fase di registrazione. La cosa sarebbe troppo dispendiosa per noi, in termini di tempo e sopratutto di denaro.

07. Divideresti almeno una volta il palco con chi?
Beh, se dovessi dividere i palco con The Cure, troverei certamente una soluzione ai problemi logistici che ti ho accennato. Ma credo che sarà più probabile una vincita al superenalotto, eh,eh!!!

08. Parliamo del vostro usuale processo compositivo.
Nella maggior parte delle volte parte da un'idea al piano nata per caso, mentre improvviso. Valeria aggiunge una linea melodica della voce estemporanea ed entra molto spesso a gamba tesa sulla struttura portante del basso, indirizzando il brano verso nuove forme. Questo primo pianoforte viene registrato. A questo si aggiungerà uno strumento dopo l'altro sino, a volte, a stravolgere l'idea originale. In molti casi, infatti, anche il pianoforte iniziale viene eliminato o sostituito!

09. Abbiamo finito. Concludi come vuoi questa intervista!
Grazie per l'attenzione riservataci, auguro a tutti buoni ascolti e mente libera!


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