Intervista ai RABHAS


I Rabhas sono una band che non si accontenta di proporre la solita minestra. Dietro ad una coltre di cemento armato costruito con elementi death c'è molto altro. Ce lo spiega Sguicio, batterista della band, oltre a tanti altri aneddoti interessanti. 
PS: Trovate la nostra recensione di "Propaganda Antiumana" QUI.

1. Ciao presenta i Rabhas con una breve biografia dagli inizi ad oggi:
I Rabhas nascono nel 2010. Prima di creare la band eravamo semplicemente amici e conoscenti appassionati di metal estremo, tutti suonavamo già uno strumento, perciò, formare un gruppo, è stata una naturale conseguenza. Pur avendo più di una decina di pezzi che portavamo ai live, per i primi 3 anni non li abbiamo mai registrati, quindi siamo rimasti un po’ ai margini della scena. Tra il 2012 e il 2013 ci concentrammo per registrare quello che poi diventò il nostro primo album Demolizione e questo fu un grosso orgoglio e traguardo per noi! I feedback positivi ci spinsero a continuare a comporre musica e a mantenere in piedi le attività live. L’abbandono del gruppo da parte del nostro chitarrista (per motivi famigliari), in prossimità dell’uscita del secondo album, causò lo slittamento della pubblicazione dello stesso dal 2015 al 2017. Nel 2017 vi fu un’evoluzione: pubblicammo il nostro secondo lavoro in studio Maelstrom per la prima volta supportati da un’etichetta, la “Narcoleptica production”. L’evoluzione fu non solo dal punto di vista contrattuale ma anche musicale, rispetto alla struttura dei pezzi e ad un suono complessivo più evocativo. Altro momento saliente è stato l’uscita del buon vecchio Pico, ex cantante, che ha militato nella band per tanti anni; perciò ci trovammo senza chitarrista e senza vocalist. Dopo queste turbolenze subite dalla formazione trovammo finalmente la quadra: alle chitarre subentrò “Fischio” con il quale in passato ho avuto altri progetti musicali e alla voce fece il suo ingresso “L”; entrambi abbracciarono con entusiasmo il nostro progetto. L’affiatamento con i nuovi componenti si è manifestato non solo in studio ma anche nei live. Come detto precedentemente, i brani contenuti in Propaganda Antiumana erano già stati scritti durante il periodo di “vuoto” causato dall’allontanamento dei vecchi colleghi. In conclusione, a distanza di sei anni dall’ultimo lavoro, ci siamo rimboccati le maniche per registrare in collaborazione con l’etichetta Broken Bones Promotion l’ultimo album di cui siamo molto soddisfatti e che ha visto la luce il 7 Febbraio del 2024.

2. Parliamo di “Propaganda Antiumana” in generale, presentalo ai nostri lettori!
Propaganda Antiumana è il nostro terzo album; i brani presenti sono stati scritti molti anni prima delle registrazioni in un periodo puramente compositivo e sono il frutto della stretta collaborazione tra me e il bassista Daniele “Preck”. Il lavoro di perfezionamento dei testi, degli arrangiamenti, dei suoni, ecc... è avvenuto con l’ingresso, nel 2016, del nuovo chitarrista Maurizio “Fischio” e del cantante Lucio “L”. Come gruppo ci siamo sempre prefissati l’obiettivo di creare qualcosa di molto personale, ciò lo si può dedurre già dai due album precedenti: Demolizione (2014) e Maelstrom (2017). Anche in quest’ultimo lavoro (Propaganda Antiumana) abbiamo voluto sperimentare, infatti l’ascoltatore potrà immergersi in una varietà compositiva non convenzionale. I testi come nostra consuetudine e scelta sono tutti in italiano e vertono su tematiche violente e di disgusto verso la società.

3. Quali sono le vostre principali influenze musicali e che ruolo hanno nella vostra musica
Potrei fare un elenco infinito in merito: Deicide, Suffocation, Entombed, Pestilence, Voivod, Cripple bastards per citare alcune band tra le più conosciute. Siamo ultra quarantenni e fruitori di musica sin dall’adolescenza, per cui i nostri riferimenti musicali sono molteplici sia per artisti che per genere e riguardano non solo i grandi nomi ma anche gruppi underground che ci piace scoprire dal vivo e da studio. Comunque il mindset è quello di non porci limiti.

4. Parlaci delle liriche che affrontate di solito.
Le liriche trattano degli aspetti più marci dell’esistenza e vanno a sviscerare la natura umana da più punti di vista: ad esempio in “Amygdala” si parla dell’origine del male che risale nel nostro cervello primordiale. I nostri testi sono brutali, crudi e caustici e riguardano il peggio dell’uomo, abbiamo scelto di comporli interamente in italiano, ciò sicuramente aggiunge difficoltà nella stesura e si presta poco ad un orecchio abituato ad un genere solitamente cantato in inglese, ma pensiamo che l’italiano sia la scelta più naturale, inoltre in questo modo riusciamo ad essere più diretti e incisivi.


5. Come descriveresti lo stile musicale che proponete.
Quello che proponiamo è un mix corrosivo di sonorità e atmosfere che vanno al di là dei generi. Normalmente ci piace sperimentare e non ci poniamo dei limiti rispetto ad un genere ben preciso, sicuramente il nostro stile musicale è Death Metal con influenze Thrash, Grind/Hard Core, Doom, Psichedelia e Prog.

6. Cosa volete esprimere esattamente con i Rabhas e cosa sperate che provi l’ascoltatore ascoltando la vostra musica.
Ciò che vogliamo esprimere è insito nel nostro nome Rabhas “rabbia”, la rabbia totale verso l’ipocrisia e il degrado umano che ci circonda e ci disgusta; ci piace immaginare l’ascoltatore perdersi nel nostro vortice sonoro, nelle nostre liriche in italiano, strappato “violentemente” dalla realtà! Pensi che il termine Death Metal rappresenti bene i Rabhas o aggiungeresti dell’altro? Agli esordi suonavamo Death/Grind “grezzo” ed “ignorante”, poi ci siamo evoluti, quello che proponiamo oggi è un Death Metal contaminato da altri stili.

7. Propaganda Antiumana è un disco che trovate pienamente riuscito oppure col senno di poi avreste fatto qualcosa di diverso?
Il nostro ultimo album è sicuramente un lavoro pesante e oscuro, per certi versi un esperimento musicale, infatti, l’ascoltatore potrà rilevare le diverse sfaccettature. Propaganda Antiumana rappresenta per noi la perfetta commistione e la sinergia tra tutti i componenti. Certamente tutto è migliorabile a posteriori, ma ciò che abbiamo inciso è la fotografia irripetibile di un preciso momento di cui siamo molto soddisfatti e ci sembra che ciò sia avallato anche dalla maggior parte delle testate che ci stanno recensendo.

8. Prossimi passi salienti e programmi per i Rabhas?
Sicuramente stiamo componendo nuova musica che per noi è fisiologico e di vitale importanza con l’obiettivo di incidere quanto prima un quarto album e stiamo lavorando anche per procurarci delle date live, cosa non facilissima vista la nostra scelta di non affidarci ad agenzie e di perseguire il nostro stile DIY in toto, che adottiamo anche per l’autoproduzione dei nostri lavori in studio.

9. Grazie di essere stato con noi, un saluto!
Ringrazio la redazione di Crepe Sonore per l’impegno e il supporto che dà alla musica. Esorto i lettori ad ascoltare il nostro ultimo lavoro e se piacerà di contattarci per averne una copia.


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