ABYSSIUS "Abyssius" (Recensione)


Full-length, Independent
(2024)

Un colossale pesce abissale pronto a farsi uno spuntino con un minuscolo, al suo confronto, sommozzatore: già con una simile copertina, diventa impossibile non voler approfondire la proposta di questi Abyssius, band che raggruppa musicisti da Taiwan, Norvegia e America. Una gran bella miscela di nazionalità e sensibilità artistiche in grado di sfornare un favoloso album di Melodic Death Metal ampiamente soggetto all’influenza del Death Metal classico così come a quella delle varianti più tecniche. Giusto 6 brani per 33 minuti di album, tutto bello concentrato, omogeneo e senza cali di tensione o riempitivi.

La perizia esecutiva del nostro ensemble è davvero fenomenale: strutture dei brani complesse per un’autentica pioggia di riff e cambi di figura ritmica senza sosta! Una produzione perfetta per valorizzare la prestazione chirurgica di tutti i musicisti coinvolti nel progetto, quindi suoni potenti, aggressivi, taglienti, con tutte le timbriche giuste assegnate ad ogni singolo strumento. Non vedo in formazione un batterista, il che potrebbe indurci a pensare che i nostri si avvalgano di una drum machine, ma se pure così fosse, la programmazione e qualità dei campionamenti sono tali da non creare alcun problema.

Ci sono sia le voci distorte, in growl e scream, che alcuni passaggi un pulito, ma nulla di accomodante per l’ascoltatore, che non avrà mai l’impressione di trovarsi dinanzi a qualcosa di commerciale o “easy listening”! La natura Melodic Death Metal del progetto è evidente, eppure ravvedo anche qualcosa che potrebbe far pensare a certo Deathcore, un po’ per le soluzioni vocali e un po’ per certi riff ritmicamente molto ben definiti, con enfasi sulle pause e sugli stacchi. Come ripeto spesso, non ci dovrebbe essere nessuno scandalo se nel vostro Metal quotidiano trovate delle sfumature derivate dall’Hardcore Punk, infatti vi ricordo sempre che i due mondi sono sempre stati comunicanti, e tante soluzioni che hanno portato all’estremizzazione del Metal erano state introdotte proprio dal Punk. Senza Punk Rock, Hardcore Punk o Grindcore Punk non solo non potremmo parlare di Thrash Metal, di D-beat, di blast-beat, ma temo non avremmo mai avuto nemmeno l’Heavy Metal in quanto tale, essendo in fondo quest’ultimo un sincretismo fra Hard Rock, Progressive Rock e, appunto, velocità d’esecuzione presa dal Punk Rock. Questo album omonimo degli Abyssius rappresenta in modo egregio come si possa suonare un Death Metal moderno, ma che non ha alcuna intenzione di ammorbidire il genere per renderlo appetibile a qualche ascoltatore dell’ultima ora, cosa che invece accade sempre più spesso in ambito Melodic Death: iniziano a diventare davvero numerose le band che adottano strategie di marketing da Pop Music e strutture dei brani in forma canzone perfino in questo genere estremo, e la cosa un po’ mi spaventa!

Per fortuna, così come per i Sinistrum, che hanno pubblicato il notevole debut album “Infernal Dawn” proprio quest’anno, si direbbe che la voglia di suonare Metal estremo, in questo caso Death Metal, secondo i canoni più tradizionali, adattato però a sonorità contemporanee, sia ancora presente e non evaporata del tutto come un’effimera soluzione volatile: proprio come artwork e nome della band suggeriscono, qui abbiamo acque profonde, fredde e dense, dimora di creature mostruose adatte a cacciare nell’oscurità perenne degli abissi oceanici, dove l’uomo è solo una piccola preda indifesa. Siete lì, sotto la pressione di tonnellate d’acqua e vedete arrivare la fluorescenza di un predatore titanico: quale miglior colonna sonora per una situazione del genere se non la musica degli Abyssius?

Luke Vincent

Tracklist:
1. Dreadnought 
2. Hollow 
3. The Animus and the Anima 
4. Ripped Apart 
5. Nihil 
6. Everfall

Line-up:
R.J. Xie Bass
Jake Bedard Guitars (lead)
Haitao Yang Guitars (rhythm)
Zack Carter Vocals

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