Intervista agli IGNIS ABSCONDITUS


Andiamo a scoprire meglio gli Ignis Absconditus, formazione italica devota alla parte più dark del rock e del metal, con un cantato da brividi femminile ad opera di Noctuaria. Ne parliamo con Henry Der Wanderer, batterista e polistrumentista della band.
PS: QUI la nostra recensione del loro ultimo album "Golden Horses of a Dying Future”!

1 - Ciao, presenta gli Ignis Absconditus con una breve biografia dagli inizi ad oggi!
Gli Ignis Absconditus nacquero nel 2018, a seguito di un mio interesse per la chitarra acustica. La mia idea originaria era quella di fare musica senza necessità dell'energia elettrica, tanto da poterla suonare dappertutto, specialmente in mezzo alla Natura. Subito coinvolsi Noctuaria, già mia partner nei Nebrus: sapevo che era dotata di una voce molto particolare anche e soprattutto nelle tonalità pulite, che però non erano sfruttate nel nostro altro progetto. Dopo qualche anno di composizione e prove, a febbraio del 2020, rilasciammo il primo lavoro, un EP intitolato “Lost Equilibrium”, dominato dalle chitarre acustiche e guidato dalla voce ultraterrena della cantante: figuravano anche percussioni e in un pezzo anche il bouzouki. Successivamente, sentimmo il bisogno di dare una maggiore enfasi ritmica ai pezzi, e questo ci portò al primo album, “Portrait of Beyond”, di fatto un disco di dark rock oscuro, con chitarre e basso acustici. Ormai la via per una forma di musica più incalzante era stata tracciata, infatti a quel punto, dopo aver assorbito nella lineup due nuovi membri al basso (Dani) e alla chitarra elettrica (Jack), in contrasto con le idee che mi ispirarono la nascita di questo progetto, passammo completamente agli strumenti elettrici, come si può apprezzare sul nuovo “Golden Horses of a Dying Future”.

2 - Parliamo di "Golden Horses Of A Dying Future" in generale, presentalo ai nostri lettori!
Nella composizione di “Golden Horses...”, io e Noctuaria ci siamo sforzati non solo di comporre musica che avremmo voluto ascoltare nelle nostre ricerche musicali, ma anche di dar vita ad un qualcosa di non scontato e che chiedesse più attenzione all'ascoltatore in modo da trascinarlo nel nostro vortice di oscurità. Dopo mesi di composizioni e preproduzioni, ci rivolgemmo al fidato Jimmy Priest, anche chitarrista dei Mugshots e proprietario degli Unreal Sound Studio per trovare la formula sonora adatta ai nostri pezzi. E' stata un lunga ricerca e sperimentazione, ma alla fine, insieme a Jimmy abbiamo trovato la giusta via. Voglio spendere anche delle parole di elogio per l'artista che ci ha disegnato la copertina, James Hutton, il quale è riuscito a tradurre in immagini le sensazioni che volevamo trasmettere con la nostra musica.

3 - Quali sono le tue/vostre principali influenze musicali? E che ruolo hanno nella musica degli Ignis Absconditus?
Ascoltiamo musica molto varia, sicuramente il metal più estremo e sperimentale ha sempre un posto speciale nelle nostre playlist; ci piace ripercorrere gli anni '80 e '90 nelle accezioni più oscure e sperimentali, dal post punk al death rock, ma non disdegniamo mai la buona musica, sia essa funk, o jazz, o anche classica. Gli ascolti hanno un ruolo importante perchè vengono disintegrati nelle nostre menti e ricomposti nelle nostre creature deformi, ossia i nostri pezzi.


4 - Parliamo un po' del titolo dell'album e dei testi.
I testi sono quasi completamente a cura di Noctuaria, si tratta di suggestioni autobiografiche, esperienze, sogni, paure, che poi vengono trasfigurate in sillabe e suoni: spesso crea un pezzo partendo da una frase, un mantra, che via via fa prendere forma a delle linee vocali. Succede anche che le sillabe stesse vengano deformate per creare i suoni che servono al pezzo in quel momento, da qui un approccio nuovo e personale. Non è utile fare una disamina degli stessi, in quanto, i versi, a seconda dell'ascoltatore possono assumere diversi significati. Il titolo dell'album è la ricomposizione di alcuni versi che costituiscono “Carousel of the Departed”, l'ultimo pezzo composto in ordine temporale: ci sembra una frase che può essere diversamente interpretata, ma sempre declinata in prospettive negative.

5 - Come descriveresti lo stile musicale che propongono gli Ignis Absconditus?
Dal punto di vista strettamente sonoro penso che noi Ignis Absconditus siamo solo lontanamente imparentati con il metal: trovo la nostra proposta più vicina al goth rock e al post punk, sempre però con la volontà di cercare una propria strada. Il metal affiora invece in alcuni riff, in alcuni ritmi, nelle scelte strutturali dei pezzi, ma resta più un fantasma che un aspetto tangibile. Per questo siamo consci che sarà complicato per noi affermare la nostra proposta, perché difficilmente catalogabile e mai immediata. Sono però certo che ci saranno degli ascoltatori che apprezzeranno queste nuove spezie nella nostra musica, nulla di nuovo, è vero, ma accostate con un gusto particolare e poco ortodosso.

6 - Cosa volete esprimere esattamente con gli Ignis Absconditus e cosa sperate che provi l'ascoltatore ascoltando la vostra musica?
Noi vorremmo esprimere le sensazioni e atmosfere più recondite dei nostri animi e al contempo sollecitare la corteccia cerebrale dell'ascoltatore a creare immagini e situazioni paradossali che lo guidino nel limbo dell'oblio, per fargli scoprire nuovi mondi, forse oscuri, forse terribili, ma comunque affascinanti.

7 - "Golden Horses Of A Dying Future" è un disco che trovate pienamente riuscito oppure col senno di poi avreste fatto qualcosa di diverso?
C'è un momento in cui bisogna sapersi fermare nella cura di un'opera: sta a noi scoprire qual è quello giusto. Probabilmente oggi apporrei delle correzioni ai suoni del disco, Noctuaria sicuramente si sentirebbe di migliorare delle linee vocali, ma ciò cambierebbe di poco la sostanza di questo disco. Quindi, lungi da me dall'affermare che sia un disco pienamente riuscito, posso però dire di esserci fermati ad un buon punto della sua lavorazione!

8 - Prossimi passi salienti e programmi per gli Ignis Absconditus?
Vorremmo concentrarci sulla promozione di “Golden Horses...” anche con qualche live selezionato, se avremo la fortuna di poterne organizzare, in modo da donare agli ascoltatori la sua interpretazione dal vivo, che risulterà essere un'esperienza diversa e complementare al disco stesso.

9 - Grazie di essere stato con noi, un saluto!
Ringraziamo Crepe Sonore per l'intervista e anche per la recensione, ricordatevi di scandagliare l'underground e trovare la musica veramente affine a voi e supportarla.


By Redazione

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