NO MAN EYES "Harness the Sun" (Recensione)


Full-length, Buil2Kill Records
(2023)

I No Man Eyes arrivano al ragguardevole traguardo del terzo full-length in carriera, un concept molto interessante, dopo la pubblicazione del secondo full-length ‘Cosmogony’ del 2016, avvenuta tramite Diamonds Prod. Records, ottenendo ottimi riscontri. Adesso abbiamo un nuovo cambio in line-up e l'ingresso dell'ottimo drummer Tony Anzaldi e la realizzazione di un concept album intitolato “Harness the Sun”, che "narra una storia di fantascienza in cui uno scienziato (il principale protagonista, interpretato da Fabio Carmotti) e l’androide che egli stesso ha costruito (Claudio Canovi) si imbarcano in un viaggio verso il Sole per imbrigliarne l’energia allo scopo di soddisfare il fabbisogno energetico della Terra. Nella narrazione è rivelato che all’interno del Sole risiede un’intelligenza extraterrestre (Silvia Criscenzo), praticamente onnisciente; le situazioni che si verranno a creare troveranno una risoluzione mediante l’interazione tra i tre personaggi che affronteranno i loro dilemmi esistenziali, accettando la propria condizione e risolvendo i conflitti che portano dentro. 

In questo album la band presenta un ulteriore evoluzione del loro sound, andando a realizzare una complessa opera che ricorda alcune cose dei Symphony X e dei Dream Theater, ma con un piglio power-speed-groove metal che potrebbe raccogliere parecchi consensi. Le trame chitarristiche di Andrew Spane sono di ottima fattura e si intrecciano spesso con le tastiere. In ambito "tastieristico" bisogna citare la presenza di due ospiti di valore e già conosciuti nel metal tricolore e non solo: Gabriele “Gabriels” Crisafulli (solo su ‘Craving Tomorrow’ e ‘Viracocha’) e Dave Garbarino (Mindlight, Marmotte D’Acciaio), (solo su ‘I am Alive’).

Per il resto abbiamo anche ottimi inserti di voce femminile e un alone apocalittico e oscuro che ammanta tutto l'album. Tra le tracce più complete e migliori vale la pena menzionare "Son Of Man", che è una chiara dimostrazione di incrocio tra progressive e power metal che a tratti mi ha ricordato anche qualcosa dei Queensryche migliori, poi abbiamo sul finale un colpo di scena inaspettato, con la soave ballad "When Life Goes Away", bellissima con le sue chitarre quasi in flamenco e una prestazione vocale di Fabio Carmotti valida ed emozionante. La band comunque mostra i denti in più occasioni, grazie anche ad accordature ribassate, come in "Craving Tomorrow" e "Viracocha", quest'ultima impreziosita dalla presenza dalla voce di Silvia Criscenzo (Guzuta, Marmotte D’Acciaio).

In generale l'album appare molto sfaccettato, particolare e personale, ma lo ripeto, il lavoro maggiore è a carico delle chitarre che riescono ad emergere in un più che buon tessuto sonoro, che appare comunque tecnicamente ineccepibile. Forse per alcuni questo album potrebbe apparire di difficile assimilazione, vista una mole non indifferente di carne al fuoco, ma è proprio in dischi così che da un momento all'altro emergono le sorprese, e più si ascolta questo "Harness the Sun" e più si rimane ben impressionati e con la sensazione di essere al cospetto di un grande album!

By Redazione

Tracklist:
01. The Altar of Science
02. Craving Tomorrow
03. Isaac
04. Harness the Sun
05. I Am Alive
06. Viracocha
07. Will You Rise
08. My Greatest Fear
09. Son of Man
10. When Life Goes Away

Line-up:
Fabio Carmotti – Voce (William) 
Andrew Spane – Chitarre 
Alessandro Asborno – Basso 
Tony Anzaldi – Batteria 

Ospiti su ‘Harness the Sun’: 
Claudio Canovi (Aurea) – Isaac
Silvia Criscenzo (Guzuta, Marmotte D’Acciaio) – Viracocha
Gabriele “Gabriels” Crisafulli – Tastiere (solo su ‘Craving Tomorrow’ e ‘Viracocha’)
Dave Garbarino (Mindlight, Marmotte D’Acciaio) – Tastiere (solo su ‘I am Alive’)

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