Intervista a OF THE MUSES


Cristina Rombi è una ragazza sicuramente sensibile, ma anche molto determinata e con le idee chiare. Questo lo si evince da come risponde alle nostre domande, da cosa dice e come lo dice. Di questi contrasti è fatta anche la musica della sua nuova creatura Of The Muses, capace di aggredire e poi far commuovere e sognare. Ne abbiamo parlato direttamente con lei in questa interessantissima chiacchierata. Buona lettura.
PS: A questo link trovate la nostra recensione di "Senhal".

1 - Ciao, presenta gli Of The Muses con una breve biografia dagli inizi ad oggi!
Ciao! “Ufficialmente”, OtM nasce nel 2020, quando cioè ho deciso di smettere di aspettare il “momento giusto” e le "persone giuste" per fare un disco, e passare all’azione. Di fatto, quasi tutti i brani inclusi nella tracklist hanno visto la luce diversi anni prima, tant’è che spesso riassumo descrivendo Senhal come il culmine di un work in progress durato circa dieci anni. Mi ci é voluto un po’ per trovare il coraggio di intraprendere un percorso da solista, ma ora che le cose hanno preso il via, si evolveranno sicuramente in tempi più rapidi.

2 - Parliamo di "Senhal" in generale, presentalo ai nostri lettori!
Senhal é il primo disco uscito sotto il monicker OtM e, anche se ho attinto a diversi periodi della mia vita per crearlo, si può dire sia una fotografia abbastanza fedele dell’inquietudine che ha caratterizzato il periodo in cui ho iniziato concretamente a lavorarci su. Un po’ per via di ciò che stavo vivendo a livello personale, un po’ perché mi é stato necessario affrontare e scavalcare i miei limiti (quelli tecnici, così come l’insicurezza e la paura di fallire o di non essere all’altezza) senza avere idea di quale sarebbe stato il risultato.

3 - Quali sono le tue principali influenze musicali? E che ruolo hanno nella tua musica?
Se parliamo di metal in senso più o meno stretto allora Midnight Odyssey, Fen, Dornenreich, In the Woods…, Kauan, Autumnblaze, Kvist, Windir e primissimi Dimmu sono i primi nomi che mi vengono in mente. In realtà, però, non sono una persona che si pone limiti quando si tratta di ascolti, quindi ci sarebbe un bel po' di roba da aggiungere all’elenco che non rientra nei canoni del metal. Per quanto riguarda il loro ruolo: sono molto più incline a lasciarmi ispirare da specifici elementi isolati all’interno di un brano o di un disco (un arrangiamento, un giro armonico, un mood) piuttosto che al modellare quello che scrivo sul sound di una o più band in particolare.


4 - Parlaci delle liriche che affronti di solito.
Su questo disco, ho parlato soprattutto di amore. In generale, preferisco mettere le emozioni e i sentimenti al centro di tutto, perché hanno molta importanza per me anche nella vita di tutti i giorni.

5 - Come descriveresti lo stile musicale che proponi?
Ti rispondo relativamente a questo disco, perché, in realtà, l’intenzione é quella di crescere ed evolversi col tempo! Desideravo comporre un disco black metal che rispecchiasse i miei gusti, ed é essenzialmente questo il modo in cui descriverei Senhal: come un disco black metal, anche se magari con qualche influenza distante dal genere. Insomma, non userei definizioni troppo complesse; al contrario, avevo un’idea molto semplice, e ci tenevo a svilupparla a modo mio.

6 - Cosa vuoi esprimere esattamente con gli Of The Muses e cosa speri che provi l'ascoltatore ascoltando "Senhal"?
OtM é il mio spazio sicuro, una sorta di contenitore in cui riverso tutte le mie emozioni più profonde. É questo che mi interessa esprimere: le emozioni, i sentimenti, tutto quello che sento il bisogno di elaborare e integrare, senza per forza voler privilegiare la negatività o le sfaccettature più luminose (anzi, al contrario, enfatizzando i contrasti e le contraddizioni). Per cui mi sentirei soddisfatta e realizzata se questo arrivasse alle persone, e si ritrovassero a provare emozioni a loro volta. Di qualsiasi natura.


7 - Pensi che il termine depressive BM sia appropriato per la musica degli Of The Muses o aggiungeresti qualche altra etichetta? Oppure non ne metteresti alcuna?
Il DSBM é un mondo abbastanza distante dal mio, molto monotematico, a volte ai limiti del caricaturale, non posso dire di rispecchiarmi in questa etichetta. Anche se capisco che magari possa venire spontaneo stabilire questo collegamento per via del mio cantato in screaming. Peraltro, non si é trattato di una scelta pianificata, semplicemente non cantavo in screaming da tantissimi anni e, quando mi sono ritrovata a farlo, quello é il suono che ne é uscito fuori! In generale, comunque, ti risponderei che no, non lo trovo appropriato. A dire il vero, persino l’etichetta, molto generica, di “progetto black metal”, che é l’unica con cui mi trovo a mio agio, non é qualcosa a cui ho in programma di restare aggrappata. Diciamo che Senhal é stato un punto di partenza, in quel momento mi interessava esplorare determinate sonorità, e così ho fatto.

8 - "Senhal" è un disco particolare e molto vario. E' tutta farina del tuo sacco?
Per fortuna o purtroppo, sì.

9 - Prossimi passi salienti e programmi per gli Of The Muses?
Un secondo disco, il cui songwriting é già completo! E per tornare al discorso di poco fa, suonerà in maniera davvero molto diversa da Senhal, sia in fatto di sound che di produzione, anche se gli elementi che mi sono più cari saranno comunque presenti.

10 - Grazie di essere stata con noi, un saluto!
Grazie a voi dello spazio concessomi e della bella recensione, é stato un piacere!


By Redazione

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