Intervista ai MADVICE


Una tra le realtà di recente formazione più interessanti del panorama melodic death metal tricolore! Oggi abbiamo tra le nostre pagina virtuali i Madvice, coi quali abbiamo scambiato qualche domanda e risposta. Rispondono Maddalena ( chitarrista) e Asator (cantante).

1 - Ciao ragazzi, partiamo dalla definizione che vi attribuisce il sito Metal Archives, ovvero "melodic death metal". Vi riconoscete in pieno in questa definizione?
M: Ciao a te. Dovendo utilizzare solo tre parole per definirci, non ne troverei altre migliori, ma di sicuro la categoria ci sta un po’ stretta. Abbiamo tante altre sfumature che arricchiscono la nostra musica, tanto quanto delle vere e proprie caratteristiche come, ad esempio, uno screaming più vicino al black metal, ed un riffing di matrice più thrash. Pur non avendo la pretesa né la presunzione di inventare nulla, si lavora per proporre una musica il più personale possibile, e di trovare una via che sia nostra e basta, riconoscibile come Madvice.

2 - ”Under the Burning Sky" è il vostro ultimo album, presentatelo ai nostri lettori!
A: "Under the Burning Sky" è un album piuttosto violento, sicuramente molto più del precedente "Everything Comes to an End", ma allo stesso tempo strizza costantemente l'occhio alla melodia. A conti fatti è un album che rappresenta perfettamente la nostra essenza attuale, essendo il primo scritto con la formazione completa.

3 - Magari è presto per chiedervelo, visto che il vostro ultimo album è datato 2022, ma per caso state componendo del nuovo materiale?
M: La tua domanda capita perfettamente perché non solo siamo a buon punto nella composizione del nostro terzo disco, ma addirittura abbiamo in programma di lanciare un singolo entro la fine dell’anno; siamo in fase di mix e di pre-produzione del video.

4 - Che importanza date ai testi? E' importante questo aspetto per voi?
A: Non posso parlare per gli altri, ma, essendo io quello che scrive i testi, per me hanno un'importanza fondamentale. Sono l'espressione del mio disagio interiore, il motivo per cui faccio musica.


5 - Come cercate di differenziarvi dalla miriade di band che ogni giorno affollano il mondo metal, in special modo underground?
M: In realtà non ci poniamo troppo il problema, se non quello, appunto, di diventare sempre più personali e fare in modo che ci si riconosca alle prime note, il nostro scopo è quello. Non ci siamo mai preoccupati di creare un look particolare né proponiamo spettacoli pirotecnici. Siamo nati con la musica nelle orecchie, non negli occhi, ci viene naturale proporci così. Probabilmente le nuove generazioni si sentono più a loro agio a proporsi diversamente anche in maniera visiva.

6 - Vi piace suonare live? E in questo momento lo state facendo?
M: Ci piace tantissimo, è la cosa che ci diverte di più, ed è importante tanto quanto proporsi su disco fisico (ora neanche più quello, ma il concetto è lo stesso). Personalmente, amo le differenze tra musica registrata e musica live, e non mi piace l’utilizzo delle sequenze dal vivo; in registrazione hai dei limiti dinamici ma puoi divertirti con le sovraincisioni, gli effetti, e tutta una serie di cose che servono ad arricchire il pezzo e stimolare l’ascolto. Dal vivo, invece, devi dare qualcosa di diverso, ma altrettanto interessante. Devi trasmettere energia, sicuramente, e devi essere in grado di rappresentare i tuoi pezzi anche in maniera più scarna, ma senza perderne l’essenza. Purtroppo non è un gran periodo per la musica dal vivo. Non lo era già prima del covid, e non si è ancora ripreso il movimento di anni fa. Abbiamo comunque delle cose in programma per quest’autunno, sperando di arricchire il calendario nel 2024.

7 - Credete che il melodic death metal si sia evoluto bene negli anni se raffrontato ad altri stili di metal? E quali sono le band di questo genere che vi piacciono e magari vi influenzano di più?
A: Per quel che mi riguarda, il metal in generale si è evoluto malissimo negli ultimi vent'anni, non mi piacciono per niente i nuovi sottogeneri. Il melodeath non fa eccezione, continuo ad ascoltare le band che ascoltavo a metà anni novanta (e neppure tutte). Parlando di gruppi che ci piacciono, sicuramente gli At the Gates sono la band che ha avuto una maggior influenza sul nostro sound.

8 - Ultime parole famose per voi. Un saluto!
M: Un saluto ed un ringraziamento a te ed ai lettori di Crepe Sonore, i quali invitiamo a seguirci sulle nostre pagine social per le novità e le uscite prossime, ma, in generale, un invito a mollare la pigrizia e ad essere più attenti e partecipi nei confronti dei gruppi italiani, c’è bisogno di una forte spinta per arrivare ad essere considerati di più oltre le Alpi!


By Redazione

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