Intervista a GLI ALBERI


Oggi intervistiamo Gli Alberi, una formazione italiana che sa unire vari stili che vanno dal rock alternativo fino al metal estremo, il tutto condito da una bella voce femminile. Scopriamo meglio il loro ultimo album e il oncept che vi è collegato.

1 - Ciao ragazzi! Parliamo del processo compositivo di questo vostro nuovo "Reinhold"?
Ciao ragazzi, grazie mille dell'opportunità. REINHOLD è un concept album e, in quanto tale, ha richiesto una composizione completamente opposta rispetto ai nostri precedenti lavori, che non erano uniti da un concetto, da una storia. Mentre un disco, per noi, di norma è un processo di costruzione dal basso verso l'alto, mettendo insieme ogni pezzo che nasce indipendentemente e lavorando sul sound e sugli arrangiamenti per unire il tutto, un concept album è un lavoro dall'alto verso il basso: dopo aver deciso le influenze musicali e il tema (l'ascesa alla parete Rupal del Nanga Parbat a opera dei fratelli Reinhold e Günther Messner nel 1970 e la tragica discesa che portò Günther a essere seppellito sotto una valanga e Reinhold a salvarsi per miracolo) ed esserci documentati sull'episodio tramite tutti ciò che era già stato prodotto a riguardo (film, documentari, libri), abbiamo deciso i capitoli da raccontare in ogni canzone, per poi creare i pezzi solo una volta compiuti tutti i passi precedenti. Come metodo assomiglia a quello per la scrittura di narrativa; sicuramente un grosso aiuto a riguardo è venuto dal nostro chitarrista Matteo, che è uno scrittore di racconti e romanzi.

2 - Chi l'ha realizzata e cosa rappresenta precisamente la copertina di "Reinhold"?
La copertina, così come tutte le grafiche del disco, fa parte di una serie di acquerelli del pittore torinese Simone Mostacci, tutti aventi come soggetto l'argomento dell'album. In copertina possiamo vedere due sagome minuscole, quella di Reinhold e quella di Günther, che salgono su un pendio, con sullo sfondo una montagna incommensurabilmente più grande di loro; il crinale su cui stanno camminando rivela la roccia viva sotto alla superficie, che forma le fattezze degli occhi di Reinhold Messner. La tavola usata per la copertina, nei nostri intenti e in quelli dell'artista, vuole rappresentare sia la piccolezza dei due alpinisti (e per esteso dell'essere umano in generale) rispetto all'immensità della montagna sia una sorta di fusione tra la roccia del Nanga Parbat e il volto duro e scolpito di Reinhold Messner, la cui carriera come leggenda dell'alpinismo nasce proprio in seguito a questa esperienza.

3 - Vogliamo parlare delle vostre influenze musicali?
Veniamo da retroterra musicali molto diversi, sia come ascoltatori che come musicisti: il nostro bassista Davide, che milita anche in progetti black metal e gothic, era in una band thrash metal assieme al chitarrista Matteo; il nostro tastierista Giovanni suona in progetti math rock/post-rock e di supporto a vari cantautori. Da questo viene fuori il crogiolo delle nostre influenze: mettiamo insieme parecchio metal (soprattutto il black metal prodotto a Oslo negli anni '90, i Sentenced, i Mastodon, i Sunn O))) e alcuni pezzi dei Black Sabbath) con cose che con il metal c'entrano poco o nulla (i dischi dark dei Cure, gli Alcest, Aurora, i Mogwai, Wagner, la colonna sonora di Chernobyl di Hildur Guðnadóttir e quella di Dune di Hans Zimmer e Guthrie Govan) e viene fuori un tutto che, nelle nostre intenzioni, prova a essere più della somma delle parti.

4 - State già lavorando a nuova musica? E ci saranno cambiamenti importanti nel vostro sound?
Dopo i nostri precedenti lavori, molto più improntati sull'ambient, col metal abbiamo appena iniziato e ci stiamo divertendo moltissimo, quindi sicuramente queste sonorità faranno parte dell'equazione dei nostri prossimi lavori, senza però rinunciare agli altri pozzi da cui ci piace attingere. Vogliamo lavorare senza imporci limiti o regole e senza costruirci in testa muri che all'infuori delle nostre menti non esistono. Al momento non stiamo ancora componendo perché stiamo lavorando sulla preparazione dei live (che comprendendo monologhi e proiezioni di filmati d'epoca sono abbastanza complessi per noi da portare in scena), ma non vediamo l'ora di ricominciare.


5 - Spiegateci un po' come nasce un brano de Gli Alberi!
La musica nasce sempre per prima, che parta da un semplice riff di uno strumento e venga poi costruita tutti insieme o che nasca da un'idea già più organica di uno di noi e venga portata agli altri in sede di arrangiamento. I testi sono scritti dalla nostra cantante Arianna, a volte a quattro mani con il nostro chitarrista Matteo. Approfittiamo della domanda per ringraziare il cantautore torinese Narratore Urbano, che ha composto il testo e lo ha cantato per il pezzo Noialtri, e Daniela Ponza che ha composto e interpretato il coro finale di Aspettami (cantato nel disco da lei, da noi Alberi e dal cantante Magrìtte).

6 - Chi sono i Gli Alberi nella vita di tutti i giorni?
Siamo sicuramente quattro persone molto analogiche, ci sentiamo un pochino fuori posto anche solo quando dobbiamo pubblicare un post su Instagram. Abbiamo tutti, ciascuno nel suo modo, di contatto diretto con le persone e con le cose: alcuni di noi sono molto appassionati di escursioni in montagna (passione che speriamo trasparisca dagli ascolti del nostro disco); in generale sentiamo tutti il bisogno di parecchio contatto con la natura, che sia un sentiero, un bosco o un bagnasciuga; ci piace tantissimo andare ai concerti rispetto ad ascoltare i dischi; anche a livello di lavoro compositivo per noi la musica è un atto collettivo di creazione, come abbiamo avuto modo di sperimentare quando venivamo, come tutti, privati della possibilità di vederci di persona in sala prove durante la pandemia. Non è un caso che il nucleo di REINHOLD sia nato nel 2020: è stato venendo privati di alcune cose che davamo per scontate, come fare una passeggiata in montagna, andare a fare a spallate a un concerto, trovarsi in sala prove, suonare e bere una birra, che ci siamo resi conto di quanto fossero dei pilastri portanti per le nostre vite.

7 - Non sempre si parla di strumentazione. Vogliamo dare due cenni su cosa di solito usa ognuno di voi in studio e nei live?
In effetti non ce lo chiede mai nessuno, rispondiamo volentieri. Arianna, la nostra cantante, cerca un suono il più pulito possibile: le voci non sono mai postprodotte, se non, su disco, con un leggero riverbero. L'unico effetto vocale che abbiamo utilizzato è stato per la canzone Hiems: processando le tracce vocali di Arianna attraverso un GigaDelay della Boss e rimandandole le una sopra le altre come in una sorta di loop station, il produttore di REINHOLD, il compositore Federico Pianciola del Mandala Studio, ha creato un effetto molto simile ad alcune produzioni dei Sigur Rós. Matteo, il nostro chitarrista, suona una Fender Stratocaster sia live che nel disco. Nei concerti usa un amplificatore Fender a transistor, mentre nel disco ha utilizzato parallelamente anche un Fender valvolare. Come parco pedali, utilizza, distorsori, overdrive, fuzz (scuola Tubescreamer) e parecchio delay per i puliti. Per alcune parti del disco, ha utilizzato anche una splendida chitarra baritona Gretsch, che sui distorti ha un suono che è un cazzotto alla bocca dello stomaco. Davide, il nostro bassista, suona sia nei concerti che su disco un Fender Jazz. Come amplificatore usa una testata Warwick Gnome Pro sulla cassa che capita e a livello di effetti il suo suono più distintivo è sicuramente il chorus, lo Small Clone della Electro Harmonics. Per le sue parti di canto estremo non utilizza effetti: è tutta solo tecnica. Noi altri lo ammiriamo molto per la sua capacità di non bruciarsi le corde vocali dopo due minuti di scream. Daniele, il batterista che ha suonato tutti i pezzi per il disco, usa un setup abbastanza esteso, come spesso nel metal: oltre ai pezzi standard, utilizza un terzo crash, due splash, un china, un terzo tom acuto, un secondo timpano grave e l'immancabile doppio pedale.Giovanni, il nostro tastierista e secondo chitarrista, usa un parco strumenti parecchio ampio, non esattamente per la gioia dei fonici con cui lavoriamo. Nei concerti utilizza un pianoforte da palco Orla, un Arturia Microbrute per i bassi synth, un Korg Monotron (un synth giocattolo) come generatore di rumore e Ableton Live, collegato a una master keyboard. Su disco, per alcuni suoni ambient, si è servito anche del synth digitale XP-30 della Roland; tutti i suoni di strumenti asiatici provengono dalle ottime banche dati della Native Instruments. Come chitarrista, utilizza una Stratocaster della Squier che finisce per avere un suono molto diverso da quello originale, avendo sostituito i single coil originali con degli humbucker della Seymour Duncan. Nei concerti come amplificatore utilizza un Roland Jazz Chorus, mentre per il disco ha registrato con una testata valvolare Laney su cassa Marshall. Come pedali nei concerti utilizza il distorsore Dark Matter della Tc Electronic, il delay Memory Toy della Electro Harmonics e l'octaver POG, sempre della Electro Harmonics. Su disco diverse parti sono anche state passate attraverso un RAT della ProCo. E stiamo anche cominciando a costruire i nostri pedali!

8 - A voi le ultime parole. Un saluto da parte nostra!
Vi ringraziamo tantissimo per la possibilità che ci avete dato di fare due chiacchiere su REINHOLD, che è un lavoro a cui teniamo moltissimo. Vi salutiamo con la speranza di vederci di persona, sopra o sotto un palco: i concerti sono l'anima di tutta la musica. Andiamoci tutti insieme.


By Redazione

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